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Il rapper Daxter si difende dall’accusa di spaccio: “Avevo firmato qualche contratto, ma le spese sono tante”

Eraldo Cekrezi, ovvero il rapper Daxter, davanti alla giudice nell’udienza per direttissima si è difeso dall’accusa di spaccio di droga: “Le spese sono tante. Ero disperato”. La magistrata gli risponde: “Si può anche andare a lavorare”.
A cura di Giorgia Venturini
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Eraldo Cekrezi, ovvero il rapper Daxter, è stato ascoltato dal giudice qualche ora dopo l'arresto per spaccio di droga. Durante l'udienza della direttissima ha provato a difendersi e spiegare cosa lo ha spinto a spacciare: "Le spese sono tante. Ero disperato". Daxter, 25enne di origine albanese e molto seguito sui social, è stato sorpreso dagli agenti di polizia in via della Moscova: a far insospettire i poliziotti è stata la sua auto parcheggiata in doppia fila. Gli agenti della sezione Antispaccio della squadra mobile di Milano hanno visto una persona avvicinarsi alla vettura e scambiare qualcosa con il trapper.

Quando l'auto è ripartita, i poliziotti hanno deciso di seguirlo fino in via Savona. E qui sarebbe avvenuto un altro scambio. Il 25enne è stato fermato ed è stato trovato in possesso di 19 dosi di cocaina per un totale di 16,5 grammi e 2 mila euro in contanti.

Nell'udienza ha precisato: "Non sapevo dove sbattere la testa. Le spese sono tante. Ero disperato. Per questo mi sono messo a fare un’attività che non avrei mai pensato di fare". Alla giudice Valeria Recaneschi ha precisato di aver iniziato a spacciare cinque o sei mesi fa quando si è trovato senza soldi. Da due anni vive a Paderno Dugnano e aveva provato a sfondare nel mondo della musica: "La trap va di moda adesso. Avevo firmato qualche contratto, ma ci sono spese esagerate". Ha spiegato che un contratto musicale vale anche 10mila euro ma poi i soldi finiscono e per guadagnare ancora "è necessario lasciare nuove canzoni all’etichetta". Ma "le spese sono tante", così la decisione di guadagnare spacciando droga. A questo punto è intervenuta la giudice che gli ha suggerito: "Si può anche andare a lavorare". Al termine dell'udienza è stata emessa la misura cautelare di divieto di frequentare la provincia di Milano. La giudice gli ha consigliato di farsi ospitare dai genitori in Umbria. La prossima udienza è fissata per il 16 settembre.

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