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Il procuratore di Milano Francesco Greco indagato per omissione d’atti d’ufficio

Il procuratore di Milano Francesco Greco è indagato per omissione d’atti d’ufficio: si dovrà difendere dall’accusa di aver ritardato l’indagine nata dalle dichiarazioni messe a verbale dall’avvocato siciliano Piero Amara sulla “Loggia Ungheria”: quella che sembrerebbe un’associazione segreta che tentava di condizionare le nomine o che, alternativamente, puntava a creare una macchina del fango per incidere su alcune decisioni. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’altro magistrato milanese Paolo Storari.
A cura di Giorgia Venturini
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C'è un nuovo indagato nell'inchiesta sulla presunta "Loggia Ungheria". Ora la Procura di Brescia ha fatto il nome del procuratore milanese Francesco Greco che si dovrà difendere dall'accusa di aver ritardato l'indagine nata dalle dichiarazioni messe a verbale dall'avvocato Piero Amara su quella che sembrerebbe un’associazione segreta che tentava di condizionare le nomine o che, alternativamente, puntava a creare una macchina del fango per incidere su alcune decisioni. Per ora tutte e sole ipotesi: gli inquirenti stanno indagando su quella già nota come "Loggia Ungheria" descritta in 10 verbali dall'avvocato Amara, già condannato e inquisito per depistaggi contro l’Eni e per episodi di corruzione in atti giudiziari, come ricorda il Corriere della Sera ricostruendo tutta la vicenda. Secondo le accuse mosse da Amara, che ora parla come se fosse una sorta di pentito, questa loggia era costituita da politici, magistrati, avvocati, imprenditori e anche da alcuni dei vertici della polizia. Ad oggi però non ci sono riscontri né sulla eventuale lista di affiliati né sulla sede degli incontri che sarebbero avvenuti.

L'accusa di omissione d'atti d'ufficio

Gli inquirenti hanno contestato a Greco l’omissione d’atti d’ufficio nell’ambito dell’indagine sul cosiddetto falso complotto Eni.  La sua iscrizione è un atto dovuto a seguito delle denunce ai pm bresciani del pm Paolo Storari, pure lui indagato dalla magistratura bresciana per rivelazione di segreto d'ufficio. Nel dettaglio, dopo le prime dichiarazioni di Amara, il pubblico ministero Paolo Storari aveva chiesto a Greco e al procuratore aggiunto Laura Pedio di avviare subito un’indagine sulla Loggia Ungheria. L'inchiesta poi partì non prima del 12 maggio fino ai primi indagati, tra questi anche il pubblico ministero milanese: Storari davanti alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della magistratura deve rispondere della l'informale e irrituale consegna nell'aprile 2020 all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo di copie non firmate di verbali resi dall'avvocato siciliano: al vaglio degli inquirenti c'è la verifica che i verbali con le controverse dichiarazioni di Amara rilasciate tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto "Falso complotto Eni" siano stati portati a mano nell'aprile 2020 a Milano a Davigo dallo stesso Storari.

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