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Il prete criticato dal sindaco di Como per aver dato le colazioni ai senzatetto: “Non fa i conti con la povertà”

Dall’Africa a Como, sempre al fianco dei più deboli: parla a Fanpage.it don Giusto Della Valle, il parroco del Comasco che nei giorni scorsi ha riacceso il dibattito sull’inclusione a suon di noci di cocco.
A cura di Chiara Daffini
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Don Giusto Della Valle - Foto Facebook
Don Giusto Della Valle – Foto Facebook

La sua ultima trovata, divenuta famosa anche oltre i confini comaschi, sono 240 tonnellate di noci di cocco, ma la sfida dell'accoglienza don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio e Camerlata, in provincia di Como, la insegue da decenni. Prima, per tredici anni, come prete Fidei dounum in Africa, prima a Sir poi a Mokolo, diocesi di Maroua-Mokolo, Nord Camerun, e dal 2011 nella città lombarda che, dice don Giusto a Fanpage.it, "Oggi è diventata famosa e si è riempita di hotel e barche di lusso, ma di questo passo rischia di diventare roccaforte esclusiva di anziani, ricchi e turisti".

Don Giusto: "Como è una città che respinge"

"Una città che respinge anziché accogliere – continua il parroco – dove anche le famiglie di normali lavoratori faticano a trovare collocazione, visti i prezzi delle case, ma questa logica del profitto per il profitto può solo impoverire il territorio". A Rebbio dal 2011 vengono aiutati circa duecento senza tetto, per lo più stranieri. A una quarantina di persone viene anche offerto un luogo in cui dormire e, per chi è nelle condizioni di intraprenderlo, un percorso finalizzato al reinserimento lavorativo.

"Non è accoglienza fine a se stessa – precisa don Giusto -, sono io il primo a sostenere che queste soluzioni debbano essere temporanee e permettere a chi ne usufruisce di diventare poi autonomo, ma per questo è necessaria anche una rete di servizi pubblici a sostegno dell'inclusione".

Colazioni indigeste

Il riferimento, non troppo velato, è all'attuale amministrazione del capoluogo, dal 2022 guidata dal sindaco di destra Alessandro Rapinese, rispetto al quale le vedute di Don Della Valle paiono piuttosto distanti. Tra i più recenti punti di discussione, il tema delle colazioni ai senza fissa dimora. Durante il consiglio comunale di fine luglio, infatti, Rapinese si sarebbe espresso negativamente sulla distribuzione di colazioni e aiuti ai senza fissa dimora, definendo l'operato di don Giusto Della Valle "accoglienza indiscriminata" e di intralcio alla sicurezza urbana.

"Il sindaco – spiega don Giusto a Fanpage.it – aveva anche proposto che le colazioni fossero offerte non in una sola parrocchia centrale, come avvenuto finora, ma in maniera più distribuita, al fine di evitare assembramenti che, a sua detta, avrebbero allontanato gli altri cittadini. Penso – aggiunge Della Valle -, che quello espresso dal sindaco sia anche il modo di vedere di tante persone che non devono fare i conti con la povertà: chi ha una casa non pensa a chi non ce l'ha".

Ecco quindi la provocazione del parroco: "Abbiamo recuperato 240 tonnellate di noci di cocco e abbiamo pensato di organizzare colazioni per chi ha bisogno anche da noi in parrocchia, nonostante sia evidente che in pochi si sposteranno dal centro alla periferia dove siamo".

Un gesto soprattutto simbolico: "È in realtà un'iniziativa aperta a tutti, per insegnare il valore del dono e dell'accoglienza, non a caso l'ho ribattezzata ‘coccolazione'. Oltre a servire il cocco in qualche pasto del centro di accoglienza, chi vuole può acquistarlo in cambio di un’offerta", spiega don Giusto, che nel promuovere questa sperimentazione, nei giorni scorsi, non si è risparmiato un affondo ironico al sindaco: "Se passati i dieci giorni avessimo delle rimanenze di cocco – scrive in una lettera aperta – siamo disponibili a regalarle al comune di Como, primo responsabile della salute dei suoi cittadini, perché continui con le ‘coccolazioni'".

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