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Il preside della scuola assaltata con petardi e pistole: “Non capiamo le ragioni di questo attacco”

Il 27 ottobre una decina di persone ha assaltato una scuola di Rho (Milano): sono entrati con pistole, petardi e fumogeni. Il preside ha spiegato che ci sono gli estremi per riconoscere alcuni responsabili.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alcuni frame dei video
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Nella giornata di venerdì 27 ottobre, una decina di persone hanno assaltato l'istituto Puecher-Olivetti di Rho, che si trova in provincia di Milano. Durante l'intervallo, sono entrati con il volto coperto e armati di pistole scacciacani. Hanno distrutto alcuni supporti tecnologici e fatto esplodere petardi e fumogeni.

Il preside della scuola di Rho: Ci sono gli estremi per riconoscere i responsabili

Minuti di terrore sia per gli studenti che per i professori. Tra i docenti, per esempio, c'è chi è stato stordito proprio da un petardo. Sul caso indagano i carabinieri che, attraverso le telecamere di sorveglianza e i video diffusi sui social, stanno cercando di risalire all'identità dei responsabili.

"Ci sono tutti gli estremi per riconoscere almeno alcune delle persone che hanno preso parte, che sono circa una decina", ha spiegato il preside Emanuele Contu intervistato dalla trasmissione Mattino Cinque, in onda su Canale Cinque. Il dirigente ha esordito dicendo che "è la scuola che è stata aggredita e mi sento di dire che con la nostra scuola, sono state aggredite tutte le scuole del Paese. È capitato a noi, poteva capitare altrove".

Il preside: Non è bello essere aggrediti in un luogo sicuro

Resta sconosciuto il motivo di questo assalto: "Sulle ragioni faccio fatica a rispondere perché questi personaggi non soltanto si sono presentati a volto coperto, come è normale per dei vigliacchi, ma non hanno proferito parola", ha precisato il dirigente.

Non ci sono state infatti rivendicazioni né nei giorni precedenti né in quelli successivi ai fatti: "Non hanno dato delle motivazioni o hanno protestato contro qualcosa. È un atto compiuto per dimostrare di essere forte, ma dal mio punto di vista hanno dimostrato di essere deboli".

Il dirigente ha poi spiegato che "i danni materiali sono molto limitati, altra cosa sono i danni morali. Non è bello per nessuno sentirsi aggrediti in un luogo sicuro".

Ha concluso dicendo: "Chi compie queste azioni è un delinquente e va definito come tale. La paura è stata più nei momenti successivi, per un'oretta c'è stato un forte senso di ansia".

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