Il piccolo Mohanad, ucciso a Milano da un’auto pirata: resta in carcere il conducente
La strada era libera, ampia, illuminata. C'erano tutte le condizioni perché Nour Amdouni, il ventenne italo-marocchino che la notte del 10 agosto ha investito e ucciso Mohanad, 11 anni. Il piccolo si trovava il sella alla propria bicicletta in zona Monte Ceneri, a Milano, e gironzolava in attesa che il padre chiudesse il ristorante di famiglia.
Negata ancora la scarcerazione
Il giudice infatti, nel negare nuovamente la scarcerazione al conducente, ha osservato che il ragazzo non ha mostrato di aver preso coscienza della gravità complessiva del proprio comportamento, e anche per questo gli arresti a casa potrebbero non bastare a contenerne la pericolosità.
È probabile insomma che il ragazzo si possa rimettere in macchina senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni, come è accaduto un mese fa. Quella sera era drogato, senza patente di guida e con una gamba ingessata.
"Privo di umanità"
Del resto il gip Fiammetta Modica già lo aveva descritto come "totalmente privo di umanità e pietà in occasione del sinistro", dal momento che dopo l'impatto non si era nemmeno fermato a prestare soccorso. Salvo poi costituirsi quattro ore dopo, presentandosi spontaneamente in caserma. Più che un pentimento improvviso, la consapevolezza che i carabinieri fossero già sulle sue tracce.
La canzone rap per la mamma
Non c'è pace, intanto, per la scomparsa di Mohanad. "Un dolore grande. A giugno ci eravamo lasciati con una promessa", ha detto Noemi Morrone, insegnante di lettere di Mohanad. "Al rientro dalle vacanze mi avrebbe fatto leggere la sua canzone rap dedicata alla mamma appena scomparsa, non ancora ultimata. Ma Momo non c’ è più, non potrà mantenere la sua promessa. Io sono straziata".