L’aggressore del supermercato Andrea Tombolini e le cure psichiatriche rifiutate: “Sono pazzo”
"Mi sembra impossibile aver fatto quello che ho fatto". Sono le prime ammissioni di Andrea Tombolini, l'uomo che giovedì 27 ottobre, all'improvviso, ha prelevato un coltello dagli scaffali del Carrefour di Assago e ha colpito 6 persone. Bilancio finale: tre feriti gravi (tra cui anche il calciatore del Monza Pablo Marì) e un morto.
"In passato ho avuto rabbia per motorini o bici del Comune. Mi sembra impossibile avere rovinato la mia vita e quella delle persone che ho ucciso e ferito. Sono pazzo".
La valutazione psichiatrica il giorno prima dell'assalto
Il giorno prima dell'assalto Andrea Tombolini, 46 anni, residente in una casa popolare della Stadera, periferia sud di Milano, si reca presso l'ospedale San Paolo. Il motivo? "Persistenza di cefalea dopo colpi auto inflitti". Era successo il 18 ottobre,. il giorno in cui l'uomo si è auto inflitto forti colpi al cranio dopo una lite con i genitori.
In ambedue i casi, il verdetto dei sanitari è unanime: necessaria valutazione psichiatrica. Ma Andrea Tombolini se ne va ancora prima di essere visitato.
L'aggressione nei confronti degli anziani genitori
Ipocondriaco ("Ho un tumore, sto morendo", dirà durante l'interrogatorio. E ancora, lamenterà continui problemi di gastrite), senza amici né relazioni, senza lavoro, senza profili social, "silenzioso", "sempre in disparte", "ce l’aveva sempre con tutti i politici, destra e sinistra".
Dal 2013 vive in un appartamento al piano terra di un palazzo Aler proprio con i genitori ormai anziani. "Io a 80 anni non voglio essere ammazzato da te", ricorda di aver sentito dire al padre una vicina, durante la violenta lite in casa del 18 ottobre.
Andrea Tombolini, in quell'occasione, chiede di essere portato in ospedale per "una gastrite". E in ambulanza verso il San Paolo all’improvviso "si prende a pugni in testa e al viso".
Quel pomeriggio al Carrefour di Assago
Un autolesionismo ormai senza più ritorno. L'apice, giovedì 27 ottobre dentro il Carrefour di Assago. Prima si sottopone all'ennesima gastroscopia, ossessionato dal suo presunto problema di stomaco. Poi il giro in bicicletta verso il centro commerciale, con l'intento di farla finita.
"A casa con un coltello provai a ferirmi ma non ci riuscii, lo feci perché mi sono operato alla schiena e sono stato male". Al Carrefour, così, "ho preso un coltello per ferirmi, avevo intenzione di colpirmi". Ma qualcosa è andato storto.
Si aggira tra le corsie dell'ipermercato, e si guarda intorno. "Ho visto le persone e ho deciso di colpirle per sopprimere la mia rabbia. Se devo descrivere il mio sentimento, era di invidia: perché le persone che ho colpito stavano bene, mentre io stavo male. Ritengo di avere un tumore e di dover morire". A morire, invece, è stato un ragazzo di 30 anni.