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Il Partito Gay: “Dal tribunale di Milano un primo passo per i diritti dei figli delle coppie Lgbt”

Fabrizio Marrazzo del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale spiega a Fanpage.it la decisione del Tribunale di ritenere inammissibili i ricorsi presentati dalla Procura per l’annullamento delle trascrizioni dell’atto di nascita di tre figli nati da coppie omogenitoriali di donne.
A cura di Enrico Spaccini
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Il Tribunale di Milano ha stralciato la posizione del genitore intenzionale, quindi quello non biologico, nella trascrizione dell'atto di nascita di un bambino di una coppia omogenitoriale maschile nato all'estero per maternità surrogata. Allo stesso tempo, però, ha ritenuto inammissibili i ricorsi presentati dalla Procura per l'annullamento delle trascrizioni nascita registrati in città di tre figli nati da coppie omogenitoriali di donne. Se questo caso Fabrizio Marrazzo del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale lo definisce a Fanpage.it "una via stretta che può dare maggiori opportunità", non è ancora chiaro perché "i figli di due padri debbano avere un trattamento diverso".

La decisione del Tribunale per i figli delle coppie omogenitoriali femminili

La pm Rossana Guareschi aveva chiesto l'annullamento della trascrizione del riconoscimento del figlio "effettuato davanti all'ufficiale dello Stato Civile dalle madri intenzionali e successivamente trascritto a margine dell'atto di nascita dei minori già precedentemente riconosciuti dalla madre biologica". Si tratterebbe di coppie omogenitoriali femminili che hanno fatto ricorso all'estero della tecnica della procreazione medicalmente assistita.

Per il giudice, però, l'annullamento è inammissibile attraverso il procedimento di rettificazione. Sarà necessario, invece, "l'istaurazione di una vera e propria azione volta alla rimozione dello stato di figlio". Si tratta, quindi, di un procedimento che dovrà essere svolto con "la pienezza di garanzie del contenzioso".

"Sentenza innovativa"

Per Marrazzo, portavoce del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale, si è trattata di "una sentenza innovativa che si basa su un nuovo principio, ovvero che per il minore ci dovrà essere il disconoscimento". In poche parole, la Procura durante il procedimento dovrà dimostrare che a loro avviso il genitore intenzionale, quindi quello non biologico, non è genitore.

"Il procedimento diventa inverso", fa notare Marrazzo, "e questo potrebbe essere un elemento che tutela maggiormente le coppie". L'esito del procedimento non è scontato in nessun caso, ma nel frattempo l'atto non è stato annullato: "Quindi a questo punto i genitori sono ancora tali, l'atto viene considerato valido finché non ci sarà il disconoscimento".

Sebbene si tratti di un passo in avanti, "che mostra la sensibilità del Tribunale di Milano" afferma il Partito Gay, le famiglie dovranno comunque farsi carico degli oneri e dei costi un procedimento. I bambini in questione, comunque, hanno già 3-4 anni e perché si arrivi alla fine del percorso giudiziario passerà del tempo, cosa che renderà ancora più difficoltoso per la Procura dimostrare il disconoscimento.

L'unica soluzione

Questa è la prima sentenza di questo tipo e la speranza della comunità LGBT e dei suoi sostenitori è che venga ripresa anche dagli altri Tribunali, a partire da quello di Padova. "È una via stretta", afferma Marrazzo, "ma che può dare una maggiore opportunità".

L'unica soluzione, comunque, rimane una sola: "Che venga fatta una legge sul matrimonio egualitario". Come sostiene il Partito Gay, solo con l'equiparazione delle unioni civili al matrimonio le coppie omogenitoriali potranno dimenticare problemi come la trascrizione degli atti di nascita. "Oltre il 70 per cento degli italiani sarebbero a favore", afferma Marrazzo, "per questo dobbiamo fare un referendum".

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