Il Partito Democratico chiederà la chiusura del Cpr di Milano: “Le persone vivono in condizioni disumane”
I consiglieri comunali del Partito democratico del comune di Milano hanno annunciato che presenteranno un ordine del giorno per chiedere la chiusura del Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli.
In una nota stampa si legge che: "Con la presentazione dell'inchiesta Rinchiusi e sedati" di Altraeconomia e con l'intervenuto dei rappresentanti del Naga, siamo venuti a conoscenza di una situazione di ancora maggior gravità rispetto a quella che già immaginavamo sulla condizione delle persone recluse nei Cpr", scrivono i consiglieri di maggioranza.
L'uso di psicofarmaci nei Cpr
Nell'inchiesta del mensile Altreconomia è emerso un sovra-utilizzo di psicofarmaci nei Cpr. Dal confronto tra la spesa in psicofarmaci e la spesa generale in un Cpr e la spesa in psicofarmaci e quella generale di un centro di salute esterno che si occupa di stranieri senza permesso di soggiorno è emerso che a Milano, per esempio, il rapporto è 160 volte più alto di Vercelli, la struttura esterna alla quale sono stati chiesti i dati per la comparazione.
Sulla base di quanto emerge dall'inchiesta, sembrerebbe che l'uso di psicofarmaci non sia accompagnato inoltre a un percorso terapeutico con un professionista. Un altro elemento allarmante che avvalora ancora di più la tesi secondo cui una struttura del genere non è sicuramente un luogo adatto per chi soffre di patologie psichiatriche.
Le visite psichiatriche
Nel Cpr di Milano, per esempio, in due anni a fronte di un 60 per cento di spese che riguarda l'acquisto di psicofarmaci, sarebbero state registrate solo otto visite psichiatriche all'esterno del centro.
Il dato dimostra come il numero delle visite sia insufficiente all'acquisto e all'assunzione di psicofarmaci da parte di chi vive all'interno del centro.
"Alla luce anche dei sopralluoghi tenuti come consiglieri e consigliere comunali nel Cpr milanese e vista la gravissima condizione in cui esso versa, riteniamo di dover immediatamente esprimere la nostra posizione per la sua immediata chiusura, a tutela del rispetto dei diritti umani e in tal senso depositeremo in Consiglio comunale uno specifico ordine del giorno".