Il papà di Yana Malaiko, uccisa dall’ex condannato a 20 anni: “Sono scioccato, sentenza pericolosa per tutte le donne”

"Sono passati due anni ma mia figlia è sempre qui con me", dice a Fanpage.it Oleksandr Malaiko, padre di Yana Malaiko, uccisa a 23 anni dall'ex fidanzato, oggi 35enne, Dumitru Stratan. Era la notte tra il 19 e il 20 gennaio 2023 quando, a Castiglione delle Stiviere (Mantova), Stratan colpiva con una spranga la ex compagna, infilando poi il corpo in un trolley per abbandonarlo tra i rovi delle campagne bresciane, dove è stato trovato una decina di giorni più tardi.
Dumitru Stratan è stato condannato dalla Corte d'Assise di Mantova a 20 anni di carcere, pena che esclude l'aggravante della premeditazione. "Sono scioccato – dice a Fanpage.it Oleksandr Malaiko -. Che cosa deve fare un assassino perché gli venga contestata la premeditazione? Lasciare scritto su un foglio il suo intento di uccidere?".

"Credo – continua il papà di Yana Malaiko – che questa sentenza possa essere pericolosa per tutte le donne, perché così gli uomini violenti sapranno che se anche uccidono in poco tempo saranno liberi". Ma la battaglia di questo padre non si ferma: "Andremo avanti in tutti i gradi di giudizio per dare giustizia alla mia bambina".
Non solo. Il signor Malaiko, insieme ad amici e familiari della ragazza uccisa, ha fondato l'associazione contro la violenza di genere Y.A.N.A. You are not alone: "In questo momento stiamo assistendo otto donne – spiega – e organizziamo diverse iniziative per promuovere una cultura contro il femminicidio, è una causa a cui tengo particolarmente, perché non voglio che altri genitori passino quello che sto vivendo io".

Yana Malaiko aveva un grande sogno: "Voleva sposarsi e avere una famiglia – racconta il padre -, ma con un uomo che fosse presente e premuroso con lei, per questo aveva lasciato Dumitru, che però continuava a tormentarla. Stava cercando di comprare una casa proprio nel palazzo dove è stata uccisa, era una ragazza con la testa sulle spalle, non chiedeva mai aiuti economici a noi genitori, lavorava sodo ed era indipendente".
"Nella nostra ultima telefonata – ricorda Oleksandr Malaiko – abbiamo parlato proprio della nuova casa e dei tanti progetti che Yana voleva portare avanti. La sua ultima frase, rivolta a me, è stata ‘Ti voglio bene'".