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Il paese che adotta e addomestica le nutrie

A Garlate (Lecco) l’amministrazione comunale ha deciso di controllare la popolazione di nutrie piuttosto che abbatterle. Sterilizzandoli e dando loro cibo regolarmente, gli avvistamenti e i danni sono diminuiti.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Ritenute responsabili di danni all'agricoltura e un pericolo per gli automobilisti, le nutrie sono animali spesso indesiderati. Al punto che la Lombardia ha previsto l'abbattimento di oltre 25mila capi, stanziando un milione di euro in due anni. A Garlate, alle porte di Lecco, l'amministrazione comunale ha preferito provare la strada del contenimento. "Il concetto è lo stesso delle colonie feline", ha spiegato la consigliera Maria Grazia Maggi, " i numeri restano contenuti perché non possono riprodursi, non cercano cibo, non scavano tunnel".

Il progetto di contenimento

A partire da dicembre del 2021, fino a giugno 2022, sono stati sterilizzati una ventina di nutrie, tra maschi e femmine. E il monitoraggio proseguirà nei prossimi tre anni. Per l'amministrazione si tratta di un progetto a costo zero, visto che delle spese si fa carico ‘Progeco ambiente e natura‘, l'associazione che ha come referente il biologo Samuele Venturini che ha avuto per cinque anni come animale domestico una nutria.

"Del resto in Sud America le nutrie sono domestiche, come i conigli o le cavie", ha raccontato Venturini al Corriere della Sera, "a spingerci a tentare la strada della sterilizzazione non sono stati però solo motivi etici. Uccidere questi mammiferi non ha senso, perché sono stanziali e abitudinari. Ci sarà sempre un nuovo esemplare pronto a prendere il posto di quello abbattuto".

I volontari si occupano di censire questi animali, di sterilizzarli e, in un certo senso, di addomesticarli. Sono loro che gli lasciano regolarmente gli scarti vegetali di cui si possono nutrire, evitando così che le nutrie siano costrette a girovagare in cerca di cibo negli orti privati dei cittadini.

"Molto più difficile in aperta campagna"

La prima sperimentazione era partita a Buccinasco, dove ha sede l'associazione ‘Progeco'. Poi hanno aderito altri paesi dell'Emilia, oltre che a Pandino nel Cremonese. Ma è a Garlate che si sono registrati i risultati più importanti. Come ha spiegato il sindaco Giuseppe Conti: "Gli avvistamenti si sono diradati, i danni ridotti, e sui prati che costeggiano il lago la presenza non è più costante come in passato".

La consigliera Maggi ha poi precisato che all'inizio le nutrie erano una ventina, ma il numero ha progressivamente iniziato a diminuire. "Forse si sono spostate altrove", ha commentato, "ma non possono più riprodursi". Tuttavia, è bene notare come questo metodo di controllo può risultare efficace in zone circoscritte dove è facile monitorare gli animali ma, come sostiene anche il biologo Venturini, sarebbe "molto più difficile in aperta campagna o dove gli spazi sono troppo ampi".

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