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Il padre è stato internato in un lager nazista: oggi i figli chiedono il risarcimento al governo tedesco

Due fratelli di Milano scrivono al governo della Germania chiedendo un risarcimento danni “per crimini di guerra contro l’umanità” e un indennizzo da 173mila euro: il padre fu detenuto nei lager nazisti. “La sua vita è stata rovinata per sempre”.
A cura di Francesca Del Boca
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Oggetto della lettera indirizzata alla Repubblica Federale della Germania, da parte di due fratelli residenti in provincia di Milano: "Risarcimento del danno per crimini di guerra contro l’umanità". E la richiesta di un indennizzo da 173mila euro (con interessi a partire dal 1945), dritti dal fondo statale da poco dedicato ai deportati e ai loro eredi. Il motivo? "Nostro padre, internato nei campi di concentramento nazisti durante la Guerra, ha potuto raccontare l'orrore che ha vissuto. Ma avuto la vita segnata per sempre".

L'orrore dei lager nazisti

È l'impresa dei due figli di Giuseppe Boscato, milanese classe 1917, badogliano dopo la caduta del governo fascista di Mussolini. E soprattutto deportato in ben tre lager diversi. "A noi dei lager raccontò pochissimo. Fame e freddo, lo sfruttarono fino all’osso, fin da quando fu catturato il 9 settembre a Bressanone e messo su un carro bestiame", raccontano i due figli a La Repubblica, che ha riportato la storia. "Papà fece la guerra d’Albania, quella di Grecia, la campagna di Russia con la ritirata, 800 chilometri a 30 gradi sotto zero. Trascorse tre mesi tra la neve".

Lo stress post traumatico: "Una vita rovinata"

"Aveva un pezzo di margarina, 50 grammi di pane e una brodaglia due volte al giorno. E le bucce di patate prese di nascosto dalla spazzatura", prosegue il racconto dei due. "Pesava quaranta chili e i polmoni erano compromessi, bastavano quattro passi per fargli venire l’affanno. Così di lavorare non se ne parlò più". Giuseppe rimarrà invalido a vita. "Stava a casa, il ragù gli veniva bene. Di notte, però, si svegliava sognando di restare senza zaino e coperte in mezzo alla neve". Una vita distrutta. Che oggi, a distanza di 80 anni può conoscere una simbolica riparazione da parte dello Stato tedesco, “soggetto di diritto internazionale in continuità giuridica con il Terzo Reich”. "Se arrivassero dei soldi si potrebbe fare del bene". La palla, adesso, passa all'Avvocatura dello Stato.

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