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Omicidio di Sharon Verzeni a Bergamo

Il padre di Sharon Verzeni: “Chi ha visto parli, spero che il killer non faccia male a qualcun altro”

“Spero prendano il colpevole: non per vendetta, ma perché non faccia del male a qualcun altro”: parla il padre di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate a Terno d’Isola la notte tra il 29 e il 30 luglio.
A cura di Giorgia Venturini
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"Spero che qualcuno abbia il coraggio di dire cosa ha visto". Si sfoga il padre di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate in strada a Terno d'Isola la notte tra il 29 e il 30 luglio. Cosa sia successo resta ancora un mistero. Resta il fatto che ora a distanza di giorni c'è ancora un killer in circolazione: "Spero prendano il colpevole: non per vendetta, ma perché non faccia del male a qualcun altro", aggiunge Bruno Verzeni in una intervista rilasciata a La Repubblica.

Anche la famiglia di Sharon non riesce a ricostruire quanto accaduto. La figlia viveva una vita normale. Eppure quello che è successo quella notte sembra essere un vero e proprio agguato: il killer si è avvicinato in pochi instanti ed è fuggito via. Nessuno però ha visto persone in fuga o auto sfrecciare via. Le 50 telecamere di sorveglianza installate in tutto il paese della Bergamasca al momento non sembra abbiano ripreso nulla di sospetto senza contare che nessuna telecamere era posizionata sul luogo dell'accoltellamento. Le indagini si stanno concentrato sulle persone però riprese nella vie limitrofe: non erano poche, soprattutto i sospetti ricadrebbero su un ciclista. Ma chi sia e se è lui il killer occorreranno altri accertamenti per stabilirlo. Ma chi è quindi l'assassino di Sharon Verzeni?

"Non riesco – aggiunge il padre di Sharon – a darmi una spiegazione, nessuno poteva avercela con lei, non ha mai fatto male a una mosca. Spero prendano il colpevole: non per vendetta, ma perché non faccia del male a qualcun altro. E spero che trovino qualcuno, se esiste, che abbia il coraggio di dire quello che ha visto". Ma per ora tutti i residenti della zona continuano a dire di non aver sentito o visto nulla sull'omicidio. Chi si è accorto di Sharon era troppo tardi: la 33enne vagava già con ferite all'addome e aveva già chiamato il 112 per chiedere aiuto, prima di morire in ospedale qualche minuto dopo.

Intanto i carabinieri hanno convocato alcune decine di persone in caserma per prelevare il loro dna. La decisione dei militari è stata commentata così da Bruno Verzeni: "Ho sentito, speriamo che porti frutti. Io sono contento se lo trovano. Non solo perché sia fatta giustizia, per il massimo della pena… Per me la cosa veramente importante, insomma quello che mi dispiace di più è che questa persona possa fare del male a qualcun altro".

Infine aggiunge: "Lei e il compagno Sergio Ruocco avevano appena fatto il corso prematrimoniale a Terno d'Isola con don Angelo, volevano sposarsi l'anno prossimo. Stavamo aspettando che arrivasse il momento per poterla accompagnare all'altare l'anno prossimo. Ma quel momento non arriverà mai".

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