Il padre di Ilaria Salis a Fanpage: “In udienza costretta a stare per 8 ore senza acqua”
"Bisogna sfatare un'interpretazione che non vorrei venisse usata per cercare di giustificare delle azioni non sufficientemente efficaci da parte della diplomazia italiana, il caso politico non l'ha montato Roberto Salis, Ilaria Salis o i parlamentari dell'opposizione che hanno manifestato solidarietà al caso, il caso politico l'ha montato Orban per suoi precisi fini politici in Ungheria, hanno già stabilito che Ilaria è colpevole e che deve essere sottoposta a una pena esemplare, l'origine del caso politico giace in Ungheria".
Mentre incontriamo Roberto Salis, il papà di Ilaria, la 39enne italiana in carcere a Budapest dal febbraio 2023 accusata di aver aggredito alcuni militanti neonazisti, sul social X compare un post di Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese:
"Ilaria Salis non è un'eroina, lei e i suoi compagni sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi" è la posizione di Budapest che ben spiega il clima politico intorno alla vicenda dell'antifascista italiana, posizione che non è mai cambiata nonostante lo sdegno in Italia e in Europa per le modalità con cui Salis è stata portata in tribunale, prima a gennaio e poi il 28 marzo, ammanettata, con i ceppi alle caviglie e un guinzaglio, scortata da agenti di polizia in passamontagna.
È stata proprio Ilaria Salis ad autorizzare i media italiani, tramite una lettera affidata ai suoi legali, all'utilizzo delle immagini che la ritraevano ammanettata e con i ceppi.
Ancora ceppi e catene all'ultima udienza
"Ci aspettavamo che la scena incresciosa dei ceppi finisse anche perché sappiamo che la decisione di condurre gli imputati in tribunale non dipende dalla magistratura ungherese e quindi cercare di limitare quei comportamenti inaccettabili non avrebbe rappresentato alcuna ingerenza, per cui ci immaginavamo che il lavoro che avevamo fatto per segnalare questa azione inaccettabile avesse avuto qualche effetto positivo, purtroppo questo non è accaduto", racconta Salis a Fanpage.it, aggiungendo che una compagna di cella di Ilaria Salis qualche giorno prima dell'udienza di marzo era stata portata in tribunale senza ceppi.
Nell'ultima udienza i legali di Ilaria Salis avevano chiesto i domiciliari che sono stati però negati dal giudice, senza nemmeno la camera di consiglio: "il giudice aveva una sentenza già scritta" commenta Roberto Salis, "eravamo fiduciosi perché stavamo facendo quello che ci aveva indicato il ministero degli Esteri e il ministero della Giustizia"
Proprio il giorno dell'udienza si è parlato di una possibile candidatura per Ilaria Salis alle prossime elezioni europee, che in caso di elezione le permetterebbe di lasciare il carcere: "Il gossip su una candidatura, uscita la mattina dell'udienza è stata un'azione irresponsabile, l'ipotesi della candidatura non è in campo".