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Il nuovo contratto nazionale non impedisce lo sfruttamento dei vigilantes: restano le paghe a 5 euro all’ora

In questi giorni è in fase di approvazione il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per la vigilanza privata e i servizi fiduciari, ma le condizioni dei lavoratori rimarrà sempre al limite dello sfruttamento: l’accordo prevede 5 euro lordi all’ora e a mille euro al mese.
A cura di Giorgia Venturini
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In questi giorni la Guardia di Finanza di Como ha svelato lo sfruttamento nei servizi fiduciari e, nel dettaglio, in una società cooperativa che fa parte del grande gruppo Sicuritalia. Le Fiamme Gialle hanno svelato situazioni di lavoro oltre il limite e stipendi da fame tanto da definire quanto stava accadendo una vera e propria situazione di "caporalato". I lavoratori hanno parlato di minacce, intimidazioni e "punizioni" severe per chi si rifiutava di svolgere mansioni che non rientravano nei loro compiti.

Ma se questa operazione aveva nel mirino Sicuritalia, il problema salariale e le condizioni contrattuali da fame riguardano molti lavoratori di categoria d'Italia e non solo quelli comaschi. Questo perché è stato appena firmato un contratto nazionale di categoria che non migliora di certo le condizioni al limite dello sfruttamento salariale.

Cosa prevede il nuovo contratto di categoria e perché non cambierà nulla

In questi giorni è in fase di approvazione il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per la vigilanza privata e i servizi fiduciari, ovvero i vigilantes non armati. Il nuovo contratto, atteso da otto anni da oltre 100mila lavoratori, è già stato firmato dalle principale sigle sindacali lo scorso 30 maggio. E, se ottenesse tutti i voti richiesti, entrerebbe in vigore a luglio.

Ma le condizioni di questo contratto non migliorano la situazione di sfruttamento: la paga all'ora è di neanche cinque euro lordi, per 173 ore mensili. Questo vuol che – ragionando per stipendio netto – non si arriverà neanche a mille euro al mese. I lavoratori sono così costretti a macinare ore e ore di straordinari per portarsi a casa una paga che possa garantire loro la sopravvivenza.

Stando a quanto riferito da fonti di Fanpage.it, un vigilantes senza un ruolo di responsabilità non arriva neanche a 1.100 euro lordi al mese e neanche a 5 euro lordi all'ora. Il nuovo contratto prevede l'aggiunta di soli 140 euro, ma saranno spalmati su 4 anni. Questo vuol dire che in busta paga non ci sarà nessun cambiamento percepibile e che i lavoratori per arrivare a uno stipendio dignitoso saranno costretti a fare molto di più delle 173 ore mensili: la media è di circa dieci ore di straordinari a settimana.

Eppure questo accordo, che riguarda unicamente i lavoratori dei servizi fiduciari e non le guardie giurate, che appartengono allo stesso CCNL ma hanno tabelle con cifre maggiori, ha trovato il via libera di aziende e sindacati.

Le paghe degli addetti del servizio fiduciario secondo il nuovo CCNL
Le paghe degli addetti del servizio fiduciario secondo il nuovo CCNL

Il salario minimo in discussione alle Camere

In questi giorni al centro delle discussioni politiche c'è proprio la questione del salario minimo: in aula alla Camera il 28 luglio arriverà la proposta di legge. Al centro del testo unico sta prendendo forma un salario orario che non scenda sotto i 9 euro. O almeno è quello che propongono le opposizioni che si voglio presentare con un'unica proposta. Contraria invece al salario minimo la maggioranza di centrodestra.

"Noi ci batteremo per un salario minimo perché sotto una certa soglia davvero non si può parlare di lavoro perché è sfruttamento", aveva ribadito il segretario generale della Cgil Maurizio Landini durante il congresso della sigla sindacale lo scorso marzo. Qui era presente anche la premier Giorgia Meloni che aveva precisato: "È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang". Quale sia la soluzione è una vergogna che in Italia si continui a siglare contratti con paghe da fame e che a firmarli siano anche gli stessi sindacati.

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