Il mistero del diamante da 35 mila euro trovato per strada e poi sparito, accusato un carabiniere del furto: assolto

Trovato per strada e poi sparito. Questa è la sorte toccata a un presunto diamante da 35 mila euro. A raccontarlo è una donna che riferisce di averlo trovato e di averlo quindi portato in caserma dopo essere stata convinta da un prete. Da quel momento del diamante non si è più saputo nulla e dopo una condanna per peculato in primo grado, il carabiniere accusato del furto è stato assolto.
Tutto è iniziato quando la donna ha portato il presunto diamante alla caserma dei carabinieri. Presunto perché non c'è certezza che si trattasse effettivamente di un diamante il cui valore, 35 mila euro, era stato stimato da un gioielliere a cui si era rivolta la signora. In più, il racconto della donna è stato sempre contestato dalla difesa del militare.
In ogni caso, a giugno 2024, il carabiniere era stato condannato in primo grado a 4 anni di carcere per peculato e più di 40 mila euro di confisca. Determinante, per l'accusa, era stato il ritrovamento sul telefono del militare di alcune ricerche con la parola "anello", ricerche di cui, però, il carabiniere ha sempre ripudiato la paternità. Inoltre, sulla sentenza potrebbe aver influito un precedente. Sembra, infatti, che il carabiniere fosse già stato al centro di un caso analogo in passato quando gli era stato consegnato uno zaino che avrebbe restituito al proprietario, ma senza i contanti nel portafoglio.
Il caso è tornato attuale perché proprio in questi giorni, la II Corte d’Appello di Milano presieduta da Enrico Manzi, ha assolto il carabiniere con la formula "il fatto non sussiste". "Sono sempre stato convinto della innocenza del vice brigadiere. La sentenza di primo grado era certamente da riformare e alla fine è arrivata una sentenza di assoluzione, giusta, che ridà fiducia e dignità a un uomo dello Stato che non ha violato la legge", ha commentato in merito l’avvocato Gabriele Maria Vitiello.