video suggerito
video suggerito

“Il mio viso era sfigurato, ho avuto paura di morire”: la ricostruzione del tabaccaio aggredito a Milano

Tre persone sono state arrestate per aver aggredito un tabaccaio in pieno centro a Milano. Gli hanno anche rubato un orologio da 50mila euro. Il racconto della vittima: “Non penso di perdonarli”.
A cura di Matilde Peretto
0 CONDIVISIONI
Immagine

"Mi ha rievocato tutto quello che è successo". Ha reagito così il tabaccaio aggredito l'8 marzo da tre uomini in pieno centro a Milano dopo aver appreso la notizie del loro arresto. Nell'aggressione, che gli ha provocato delle fratture al volto e un pesante trauma cranico, i malviventi gli hanno anche rubato un orologio da 50mila euro. "Era un regalo di famiglia", ha raccontato il signore ai microfoni del programma Storie italiane in onda su Rai 1.

La ricostruzione della vicenda

Il tabaccaio aggredito l'8 marzo scorso in pieno centro a Milano è ancora scosso e, da quando ha saputo dell'arresto dei suoi aggressori, fa fatica a dormire la notte. È riuscito comunque a ricostruire i terribili momenti della vicenda insieme alla giornalista Eleonora Daniele durante la trasmissione Storie italiane. "Ricordo di aver attraversato la strada per tornare verso la mia attività, quando sono stato aggredito in maniera brutale da questi individui. Poi solo un male incredibile e tanto dolore", ha raccontato.

"Le botte sono state talmente violente che c’è stato un momento in cui ho detto ‘è meglio lasciarsi andare’, avevo un dolore pazzesco alla testa e ho avuto paura di morire. La mia fortuna è stata una signora che è uscita dalla tabaccheria e ha urlato. Due sono scappati, l'altro ha continuato a infierire con calci su volto". Dopo il pestaggio, l'uomo ha riportato danni permanenti: "Il mio viso era completamente sfigurato, ora vedo offuscato, ho perso peso (ben 11 kili) e faccio fatica a mangiare".

Il furto dell'orologio, un ricordo di famiglia

All'aggressione è seguito il furto di un Rolex che il tabaccaio teneva al polso. Valeva 50mila euro, ma non erano i soldi che lo legavano a quell'oggetto: "L’orologio era un regalo di famiglia, dietro ci sono incisi i nomi di mio padre e mia madre che sei mesi dopo mi ha lasciato. Non era solo una questione economico-materiale, era una questione di affetto". Pur di evitare il pestaggio l'uomo ha ammesso che non avrebbe opposto resistenza se gli avessero intimato di consegnarglielo.

"Rischiare di ammazzare una persona per un orologio mi sembra un po’ eccessivo, il centro è praticamente pieno di telecamere, sono stati un po’ folli, hanno azzardato e non penso che riuscirò mai a perdonarli", continua il tabaccaio. "La giustizia deve fare il suo corso", conclude e ringrazia il nucleo dei Falchi della squadra mobile di Milano e l'equipe del Policlinico che lo ha operato al viso: "Mi hanno sistemato il volto, si era stortato tutto".

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views