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Omicidio di Giulia Tramontano

Il messaggio di Impagnatiello due giorni prima l’omicidio di Giulia: “Che madre sei se vuoi che ci separiamo”

Giulia Tramontano voleva lasciare il compagno Alessandro Impagnatiello, lo stesso che l’ha uccisa nel loro appartamento a Senago (Milano). Quando la 29enne aveva mostrato questa volontà, il trentenne le aveva risposto: “Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino, tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati?” per poi rincarare con: “Che madre sei?”.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Non voglio che tu sia più il mio compagno così da non aspettarmi più nulla e trovare la mia pace": a scriverlo era Giulia Tramontano. Lo scriveva il 25 maggio, due giorni prima che venisse uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. E lo scriveva proprio a lui dopo un litigio. Giorni prima aveva trovato un rossetto nella loro automobile. Un rossetto che non apparteneva alla 29enne, ma di cui il trentenne non sapeva dare alcuna spiegazione.

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Giulia Tramontano voleva lasciare il compagno

A gennaio, a detta della sorella dell'agente immobiliare, Impagnatiello le aveva detto di avere un'altra relazione: Giulia aveva deciso di lasciarlo, aveva pensato di abortire, ed era pronta ad andare via da casa. E anche in quel 25 maggio aveva scelto di interrompere i rapporti. Al trentenne lo aveva comunicato spiegandogli di voler vivere in tranquillità: "Condividiamo una casa finché sarà necessario".

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Il barman però non aveva accettato la sua volontà: "Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino, tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati?". Non contento, aveva rincarato la dose: "Ma che madre sei?". La 29enne aveva così risposto: "Importante che tu sia un buon padre. Io penso a me, tranquillo". Impagnatiello aveva perseverato e le aveva scritto: "Ma ti sembra normale parlare così con un bimbo in pancia? Dimmelo".

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Alessandro Impagnatiello tentava di screditare la sua compagna

Nonostante queste parole dure e manipolatorie, Giulia Tramontano era convinta delle sue azioni: "Non mi sembra normale far arrivare invece una persona a questo limite dopo aver ripetuto mille volte la stessa cosa. Ho avvisato e stra avviso più volte, nessuno mi ha mai ascoltata, sempre tutto un'eterna lotta. Io non voglio più combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata. Non ho fiducia in te e non ne avrò mai. Ormai il vaso è rotto e io non voglio sistemarlo".

Impagnatiello aveva continuato a screditarla: "Non ti fa per nulla onore parlare così, per niente proprio".

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L'incontro tra Giulia e la collega 23enne di Impagnatiello

Il 27 maggio Giulia si era accordata con la collega 23enne di Impagnatiello, con la quale quest'ultimo aveva avuto una relazione all'insaputa della compagna, per incontrarsi e parlare. La ragazza le aveva raccontato tutto: le aveva detto che quel rossetto che aveva trovato in auto era il suo, le aveva raccontato che quando il suo compagno le aveva detto di essere a una grigliata in realtà era con lei.

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Dettagli che Tramontano aveva scritto a Impagnatiello per poi dirgli che si sarebbero visti a casa per parlare. Ed è proprio in quell'appartamento, nella loro abitazione di Senago che il trentenne l'ha uccisa: le avrebbe dato diverse coltellate e avrebbe provato a darle fuoco in vasca da bagno e poi in un garage fino a nasconderne il cadavere e presentare denuncia di scomparsa nel vano tentativo di depistare le indagini.

Impagnatiello è stato arrestato: ha confessato il delitto e adesso si trova in carcere a San Vittore.

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