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Il medico che salvò Fedez lascia la sanità pubblica: “Non si può più lavorare, nessuno ha provato a trattenermi”

Marco Antonio Zappa si è dimesso da direttore dell’Uoc di Chirurgia generale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Il chirurgo ha spiegato a Fanpage.it le motivazioni della sua decisione: “Nel sistema sanitario pubblico se sei bravo dai fastidio”.
A cura di Enrico Spaccini
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Il dottor Zappa con Fedez (foto da Instagram)
Il dottor Zappa con Fedez (foto da Instagram)

A partire da oggi, 1 marzo, il dottor Marco Antonio Zappa non è più direttore dell'Uoc di Chirurgia generale dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Già al vertice della Società italiana di chirurgia dell'obesità (Sicob), in 40 anni di lavoro nel servizio sanitario nazionale ha effettuato 5mila interventi e 380 pubblicazioni scientifiche. A fine settembre Zappa aveva raggiunto particolare notorietà in seguito all'intervento d'urgenza a cui aveva sottoposto Federico Lucia (alias Fedez) e ai ringraziamenti pubblici del rapper. "Ero entrato al Fatebenefratelli con tutta la voglia di realizzare un grande progetto", ha dichiarato il chirurgo intervistato da Fanpage.it, "ma il sistema sanitario nazionale non ti dà la possibilità di realizzare quello che la tua passione porta a fare. Nessuno ha fatto alcun tentativo per trattenermi e questo è un altro valido motivo per andarmene dal pubblico".

Cosa le ha impedito di realizzare quel grande progetto che aveva in mente?

Tutte le mattine entravo al Fatebenefratelli alle sette e mezza con tutta la voglia di essere determinante, ma nel tempo ci si rende conto che questo progetto è irrealizzabile. La delusione umana diventa molto importante e poi, a furia di lottare e di chiedere cose che poi non ti vengono date, bisogna anche fare i conti con la fatica fisica e psichica che tutto questo comporta.

Cosa non le ha dato il sistema sanitario nazionale?

Io ho chiesto gli strumenti per fare bene il mio lavoro, di non fare bere il tè alle vecchiette nei piatti di plastica, di avere la possibilità di ottenere la strumentazione nuova non un anno e mezzo dopo che tu l'hai richiesta. Questo vuol dire avere rispetto per la mia professionalità, e mi dispiace.

A questo punto credo che ci siano due possibilità: o io davvero non valgo niente, cosa possibile, o invece sono un eccellenza italiana. Se non valgo niente, allora avete fatto bene a non chiamarmi da quando ho presentato domanda di pensione e dimissione, cioè cinque mesi e mezzo fa, se sono un'eccellenza italiana allora avete la volontà di boicottare il sistema pubblico. Se, però, non valgo niente, perché ho 20 proposte di lavoro nei più grossi ospedali in giro per l'Italia e d'Europa?

Il chirurgo Marco Antonio Zappa (foto da Facebook)
Il chirurgo Marco Antonio Zappa (foto da Facebook)

Sta dicendo che da quanto ha presentato le dimissioni nessuno l'ha contattata?

Non c'è stato nessun tentativo di trattenermi, zero. Non mi ha chiamato nessuno, nemmeno per capire il perché. E questo per me è un ulteriore motivo per il quale andarmene dal pubblico. So, invece, che quando qualcuno ha chiesto a chi di dovere perché non hanno provato a fermarmi, gli hanno risposto: "Poteva venire lui". Va bene, è colpa mia.

Ritiene di aver chiesto troppo dalla sanità pubblica?

Io sul lavoro cerco sempre di dare il massimo e non chiedo mai agli altri più di quello che ho io. Chiedevo semplicemente alla mia amministrazione che mi supportasse. Io sono stato fino al 31 dicembre il presidente della Società italiana di chirurgia dell'obesità e non ho mai avuto un luogo dove il nutrizionista e lo psicologo potessero visitare i pazienti. Tutto questo nel centro di eccellenza nazionale per la chirurgia della grande obesità.

Consideri che il nutrizionista è presente un solo giorno alla settimana al Fatebenefratelli, poi gira negli altri presidi. La psicologa, adesso, non ha più neanche il suo studio. Non chiedevo cose pazzesche, ma di far visitare i pazienti.

In più occasioni ha detto di non poter più accettare "un sistema dove uno vale uno", cosa intende?

Nel "sistema dove uno vale uno" vuol dire che non conta niente se tu sei bravo oppure no. Anzi, se sei bravo dai fastidio perché chiedi ferri, chiedi velocità nei cambi, chiedi di avere più sale operatorie e chiedi di poter operare di più. Se invece sei mediocre ti accontenti.

Moltissimi sarebbero rimasti seduti su quella poltrona da direttore del Fatebenefratelli, che è una delle più importanti d'Italia, vivacchiando tranquillamente. Io voglio vivere, quindi il progetto che volevo con tutte le mie forze portare in quell'ospedale lo offrirò a chi avrà il cuore e la passione per prenderlo.

Pensa che il privato possa essere l'unica soluzione possibile per lei?

Penso solo che il pubblico non mi ha chiamato. Mi avrebbero chiesto il perché delle dimissioni, avrebbero provato a motivare. Se non è stato così, vuol dire che uno vale uno e il mio posto può prenderlo un altro. Gli auguro profondamente che arrivi uno più bravo di me, ma tanto non gliene frega niente. E questo mette tristezza.

Questa è una sconfitta per i pazienti. Anche in questo momento penso a loro perché spero veramente che questa mia rinuncia, che mi costa tantissimo, possa motivare il sistema sanitario nazionale a farsi delle domande. Sennò non è servita a niente.

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