video suggerito
video suggerito

Il macellaio che ha difeso una 23enne da un accoltellamento: “Pronto a rifarlo, ma mi hanno lasciato solo”

Una 23enne stava per essere accoltellata da Abrahman Rhasi, il 24enne che il 6 marzo scorso ha compiuto 5 rapine e ferito 6 persone a Milano. A salvarla è stato un macellaio che si trovava a un bar della zona che è stato colpito a un braccio: “Ho sentito le grida e sono intervenuto”.
A cura di Enrico Spaccini
71 CONDIVISIONI
Abrahman Rhasi
Abrahman Rhasi

È iniziato il processo a carico di Abrahman Rhasi, il 24enne che lo scorso 6 marzo ha compiuto cinque rapine e ferito sei persone tra le vie alle spalle della stazione Centrale di Milano. In aula, costituitosi parte civile, c'è anche Francesco Micciantuono, un macellaio 58enne che è intervenuto in difesa di una ragazza assalita da Rhasi con un taglierino in mano: "Ho sentito le grida d'aiuto, non so che mi è scattato, sono intervenuto".

Il ricordo dell'aggressione di Rhasi

Barese, ma a Milano dal 1986, Micciantuono era seduto a un bar quando il 24enne si è scagliato contro una ragazza. Intervenendo in soccorso della 23enne, ha rimediato una coltellata al braccio destro e la frattura dello scafoide. Trasportato in codice rosso all'ospedale San Carlo, ha dovuto affrontare "mesi di visite mediche e riabilitazione", ha raccontato il 58enne in un'intervista al Corriere della Sera: "Con il mestiere che faccio, quando sforzo il braccio mi devo fermare".

I ricordi di quel giorno sono pochi e frammentari: "La furia negli occhi dell'aggressore, il casino, le urla, la gente che guardava senza far nulla", mentre è ben chiara nella mente di Micciantuono l'immagine del dentista di uno studio vicino "che recuperò un laccio emostatico per fermare l'emorragia".

Con tutto quello che ha dovuto affrontare dopo quel giorno, il macellaio è certo: "Sono pronto a rifarlo, sono un padre di famiglia e un ex parà", anche se precisa di non essere "un eroe, come ha detto qualcuno, né un matto". C'è solo una cosa che Micciantuono non riesce a spiegarsi in questa storia, ovvero il fatto di essere stato "lasciato solo".

La proposta del "fondo di garanzia per vittime di reati intenzionali violenti"

"Sono stati mesi di sacrificio anche per la mia famiglia, tra visite mediche e ticket", spiega il 58enne, "non pretendo nulla, ma alle persone per bene che non si girano dall'altra parte lo Stato dovrebbe almeno riconoscere le spese che poi si trovano a sostenere".

Una soluzione l'ha ipotizzata il suo legale. Dato che, sebbene si sia costituito parte civile Micciantuono non riceverà un risarcimento da Rhasi in quanto nullatenente, si potrebbe istituite un "fondo di garanzia per vittime di reati intenzionali violenti diverso da quello attuale, che solo talvolta e dopo anni offre risarcimenti comunque non decorosi".

71 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views