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Il legale della famiglia in Israele di Eitan: “Puntiamo ad arrivare a un accordo tra le famiglie”

Il legale della famiglia in Israele di Eitan, il bimbo di 6 anni unico sopravvissuto alla strage del Mottarone e portato sabato pomeriggio in Israele dal nonno materno all’insaputa della zia affidataria di Pavia, fa sapere a Fanpage.it che si sta lavorando per trovare un accordo tra le famiglia in vista anche dell’udienza del 22 settembre. Poi l’avvocato Paolo Sevesi conferma che Eitan ora si trova in ospedale a Tel Aviv e che il bambino non è stato privato della sua libertà personale.
A cura di Giorgia Venturini
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"Puntiamo ad arrivare a un accordo tra le due famiglie per placare tutte le ostilità". Così spiega a Fanpage.it Paolo Sevesi, uno degli avvocati incaricati dalla famiglia materna a seguire il caso sull'affidamento di Eitan, il bimbo di 6 anni unico sopravvissuto alla strage del Mottarone e portato sabato pomeriggio in Israele all'insaputa della zia paterna, riconosciuta dalla Procura di Pavia come l'unico tutore legale. Come conferma anche l'avvocato Sevesi, "il bambino ora si trova in un ospedale di Tel Aviv e non è stato privato della libertà personale". Ora il nonno materno, il 58enne Shmuel Peleg, che due giorni fa ha messo su un aereo privato Eitan e lo ha portato in Israele, è indagato per sequestro di persona con l'aggravante della giovane età del piccolo. "Dal momento che però Eitan è in libertà non è corretto parlare di sequestro ma piuttosto di sottrazione di minori", aggiunge l'avvocato. "L'obiettivo ora è mettersi d'accordo". Resta adesso da chiarire anche la posizione della nonna materna di Eitan: secondo alcune informazioni la donna si trovava in Italia ed è stata coinvolta nel rapimento di Eitan. La nonna però sostiene di essere rientrata il giorno prima e di non essere coinvolta nel reato tanto non è iscritta nel registro degli indagati.

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Eitan si trova ora in un ospedale di Tel Aviv

La svolta sull'affidamento potrà arrivare nella prossima udienza del 22 settembre dove verranno discussi i reclami dei parenti da Israele. Intanto da sabato pomeriggio i nonni e gli zii materni portano avanti le loro ragioni: "Non lo abbiamo rapito, siamo stati obbligati perché le sue condizioni di salute erano pessime e finalmente ora dopo quattro mesi i medici vedranno cosa è successo il piccolo". Una volta in Israele infatti Eitan è stato ricoverato in ospedale perché "vogliamo essere sicuri che stia bene". Tutt'altra versione quella invece supportata dai parenti di Pavia che tramite i suoi legali fanno sapere che non hanno dubbi si tratti di un rapimento: il piccolo è stato affidato alla zia paterna, un eventuale cambio di tutore deve essere deciso dai magistrati. A preoccupare gli zii in Italia è soprattutto una condanna per maltrattamenti domestici a carico del nonno: ha avuto in passato problemi con la giustizia israeliana ed è stato condannato per maltrattamenti nei confronti della ex moglie, la nonna di Eitan. Il piccolo quindi deve ritornare in Italia. Esattamene come sostengono anche gli esperti consultati dal governo israeliano: per questi il piccolo deve tornare in Italia. Gli esperti entrano nel dettaglio affermando che il gesto del nonno materno ha violato la Convenzione dell'Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori: una legge adottata anche da Israele nel 1991. Intanto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio fa sapere: "Stiamo facendo accertamenti sull'accaduto e siamo pronti a intervenire".

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