Il leader no green pass Zeno a Fanpage: “Inviavo certificati veri per denunciare i dati non protetti”
"Mi dispiace che si dica che istigo alla violenza che è davvero l'unica cosa che non ho mai fatto". Questo l'incipit dell'intervista con Zeno Molgora, 28enne ritenuto "regista" dei cortei No green pass a Milano, adesso indagato per istigazione a delinquere dalla Procura. Tra le questioni che lo hanno reso celebre, c'è sicuramente quella dei mille green pass che avrebbe diffuso sulle chat Telegram, ma Zeno ci tiene a precisare che: "Li ho dati gratis con la nota di denunciare, li ho distribuiti per raccogliere più denunce possibile – ha detto a Fanpage.it – Girano nelle chat Telegram e una volta che arrivano sono nel telefono, sono rimasto scandalizzato e io gli ho girati con l'obiettivo di denunciarle". Lui però dalla diffusione di quei green pass non ha ricevuto un euro e li ha ricevuti come tanti altri tramite le chat: "Il problema è che su Telegram ci sono persone che li vendono questi green pass. Io ho preferito farli girare e dire ‘denunciate il fatto' perché non sono falsi ma veri e quindi quella è la chiave per denunciare che i dati delle persone non sono tutelati e quindi può cadere il green pass stesso".
Zeno: "Nel daspo si dice che ho guidato un corteo di 9mila persone"
Ormai è un mese quasi che non partecipa più alle manifestazioni No green pass a Milano, ma alla domanda se abbia intenzione di partecipare alla manifestazione sabato, Zeno ha replicato: "Non posso, ho il daspo urbano e non partecipo, non sono un fuorilegge". Rimane però fermo sulle sue posizioni contro il certificato verde: "Se il green pass avesse funzionato non credo che ci sarebbe tutto questo accanimento contro chi non lo vuole fare – ha precisato – stando al ragionamento del governo siamo al 90 per cento di vaccinati, perché questo accanimento verso quella piccola minoranza che ha deciso di non farlo? Io non vedo tutto questo motivo di vietare il lavoro a persone che non hanno il gren pass". Zeno ha poi raccontato i motivi del movimento: "Era una lotta nata perché sembrava che non ci fosse opposizione, poi da settembre anche i media sono stati sinceri a dire che c'eravamo anche noi, anche se si parla di 3/4mila persone ma dalla questura mi viene detto nel daspo che ho guidato un corteo di 9-10 mila persone, i numeri sono quindi diversi da quelli diffusi dai media. Anche se poi io in realtà non ho guidato nulla, ho solo seguito le persone che erano davanti a me. Sminuire le proteste comunque non fa altro che aumentarle: lo scopo delle manifestazioni è dare fastidio e dire che esistiamo, se stiamo in un angolino nessuno ci ascolta".
Zeno: dispiaciuto di aver preso una denuncia ma io sono uno pacifico
Il 28enne non si rivede però nella figura di leader del movimento No green pass su Milano: "Sono dispiaciuto di aver preso una denuncia perché ho sempre cercato di fare del bene nel modo più pacifico possibile, preferivo che le persone seguissero me che partivo da valori pacifici rispetto a partiti che magari volevano solo qualche voto o a gruppi come ‘basta dittatura' che fomentava violenza e atti illeciti". Quando gli si chiede però se sia vaccinato risponde che "Non interessa alla causa se mi sono vaccinato – ha concluso – la lotta non è al vaccino ma al green pass. Il movimento è fatto da tante persone, la cosa che le univa era essere tutti contro il green pass: ho visto fascisti e comunisti camminare a braccetto e questa cosa è fantastica, vaccinate e non, persone con la mascherina".