Il latte che Alessia Pifferi ha lasciato a Diana bastava per un paio d’ore: il parere del pediatra
"Pensavo che il latte che avevo lasciato a Diana bastasse", ha recentemente dichiarato Alessia Pifferi a proposito della morte per stenti della figlia di 18 mesi, lasciata da sola in casa per sei giorni nel luglio del 2022 a Milano. Ma gli esperti, adesso, mettono in discussione anche questa frase pronunciata in aula dalla donna. "Nel biberon ritrovato dagli inquirenti c'erano circa 130 millilitri di latte. Una quantità sufficiente a malapena per qualche ora, altro che sei giorni".
Il parere dell'esperto: "Quantità di latte non sufficiente per la crescita"
A sostenerlo, negli studi del programma Rai Ore 14, il direttore del reparto di pediatria del Fatebenefratelli a Milano (nonché ex candidato sindaco a Milano contro Beppe Sala) Luca Bernardo. "130 millilitri non sono assolutamente sufficienti per la crescita, a quell'età", le sue parole al conduttore Milo Infante. "Normalmente un pasto si aggira intorno ai 250 millilitri, e dopo il sesto o settimo mese di vita certo non basta il solo latte. È necessario introdurre infatti altri nutrienti come grassi, proteine, minerali e vitamine". E ancora. "Quella quantità non basta nemmeno per una giornata, al massimo per un paio d'ore".
L'autopsia sul corpo di Diana Pifferi, morta di stenti a 18 mesi
La piccola, secondo l'autopsia, sarebbe rimasta in vita per almeno quattro o cinque giorni: la morte di Diana, dopo l'abbandono di giovedì 14 luglio nel monolocale di Ponte Lambro, sarebbe avvenuta tra la sera di lunedì 18 e la mattina di martedì 19 luglio. Ovvero circa 24 ore prima del ritrovamento del suo cadavere da parte della madre, tornata dopo sei giorni nell'appartamento di Milano.
Il decesso, secondo gli esperti, è avvenuto per una gravissima e prolungata disidratazione, aggravata dalle temperature altissime di quell'estate. "La bambina potrebbe non essersi mai svegliata, perdendo lentamente i sensi ed entrando in uno stato di coma", le parole del pediatra.