Il gruppo che ha narcotizzato e ucciso l’imprenditore Bonomelli: “Non pensavamo potesse morire”
"Quando l’abbiamo lasciato in auto dopo averlo rapinato era intontito ma vivo": a dirlo sono le quattro persone arrestate con l'accusa di aver narcotizzato e ucciso Angelo Bonomelli, l'ottantenne trovato morto sulla sua auto nella giornata di martedì 8 novembre 2022 a Entratico, comune in provincia di Bergamo.
Il gruppo, come riporta il quotidiano "BergamoNews" è stato interrogato in carcere ieri, sabato 12 novembre. Matteo Gherardi, Luigi Gherardi, Jasmine Gervasoni e Omar Poretti avrebbero affermato di essere tornati indietro per controllare: "Respirava ancora. Sembrava dormisse".
I quattro hanno confermato di aver conosciuto la vittima alcuni mesi prima. Sarebbe stato il 33enne Matteo a fissare un appuntamento con l'imprenditore in un bar: da tempo gli aveva proposto di rilanciare l'immagine del hotel a quattro stelle di cui l'ottantenne era proprietario.
Il piano per rubargli l'orologio
Gherardi, che non avrebbe la patente, si sarebbe fatto accompagnare dal padre Luigi e dalla fidanzata Jasmine. In un secondo momento sarebbe arrivato Poretti. I quattro hanno ribadito di non aver mai voluto provocarne la morte, ma di volerlo narcotizzato per rubargli l'orologio dal valore di circa mille euro.
E proprio nel locale, avrebbero sciolto il farmaco. Bonomelli si sarebbe sentito male e i ragazzi lo avrebbero accompagnato sul suo suv e si sarebbero diretti nella zona industriale dove sarebbe stato poi trovato il corpo. Il padre e la fidanzata di Gherardi avrebbero seguito il veicolo con un'altra auto.
Gherardi aveva narcotizzato e derubato una zia
Proprio lì, gli avrebbero portato via l'orologio, il cellulare, alcune banconote e lo avrebbero posizionato al posto di guida per poi scappare. Avrebbero poi scoperto che fosse morto, solo dopo averlo letto sui giornali.
Le immagini delle telecamere hanno permesso agli inquirenti di risalire al gruppo. Per loro è scattato l'arresto. Dagli accertamenti è poi emerso che Gherardi avrebbe utilizzato lo stesso modus operandi per narcotizzare e derubare una zia che lo avrebbe poi denunciato.