“Il governo Meloni difende i feti, ma abbandona i bambini”: la denuncia dei Sentinelli
"Appena il governo si è insediato, non ci volevano dei maghi per capire che la comunità Lgbt sarebbe stata colpita da politiche più rigide". Interviene anche Luca Paladini, fondatore e portavoce de I Sentinelli di Milano sempre in prima linea in difesa dei diritti Lgbt, sulla decisione del Ministero dell'Interno – attuata dal prefetto meneghino Renato Saccone – che ha chiesto di bloccare il riconoscimento all'anagrafe dei figli di coppie gay. Ora in poi bisognerà passare attraverso il Tribunale che deciderà se riconoscere l'adozione in casi particolari al genitore non biologico.
Passaggio che il sindaco Giuseppe Sala aveva evitato introducendo a luglio dello scorso anno la possibilità di registrazione direttamente all'anagrafe di quei bambini nati all'estero con la maternità surrogata da parte di entrambi i genitori.
L'associazione di Luca Palladini, come spiega a Fanpage.it, è pronta a scendere in pizza con una manifestazione che si terrà sabato 18 marzo alle 15 davanti alla sede della Prefettura in largo 11 settembre 2001. Lo slogan sarà: "Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie". Il giorno prima invece, venerdì 17 marzo, è in programma una conferenza in cui parteciperà anche il primo cittadino di Milano che ha già annunciato di dare battaglia.
Dopo la decisione del governo che clima c'è in città?
Da portavoce di un'associazione che a Milano ha sempre mobilitato molte persone sui diritti Lgbt, noto che c'è un clima di altissima attenzione e sgomento su questo intervento a gamba tesa del governo sulla vita delle persone e delle famiglie Lgbt, che sul nostro territorio sono 300.
L'obiettivo della nostra manifestazione è quella di tutelare questi bambini. Il governo non si rende conto che con questa decisione i primi ad essere in difficoltà sono proprio i soggetti più deboli. Si tratta di un'operazione disumana.
Come giudica la Prefettura di Milano che ha accolto la decisione di Roma?
Non conosco il prefetto, mi pare però evidente che c'è un "imprinting politico" che arriva da Palazzo Chigi e che poi a cascata incide sulle realtà locali. Il fatto però che a Milano ci sia un sindaco che ci mette la faccia su questo tema sicuramente aiuta.
Eppure il Ministero dell'Interno non dovrebbe concentrarsi su altro? Come sulla strage di Cutro?
La sensazione è che il governo quando parla di aborto renda sacrale il valore di un feto, poi quando diventano bambini tutta questa attenzione cala: possono essere separati dai loro affetti o lasciati in mare su una barca. Ci vedo un'assoluta linea di continuità tra il menefreghismo, il dolo dei fatti di Cutro e le scelte che vengono fatte sulle famiglie Lgbt.
Rendere più rigide le leggi sulla comunità Lgbt era tra le priorità del governo. Si aspettava quindi questa decisione?
I Sentinelli è la prima associazione che ha organizzato una manifestazione su questi temi non appena si è insediato questo governo. Ci dicevano di lasciarli lavorare, ma era evidente che il punto di caduta sarebbe stato su temi identitari come appunto i migranti e la comunità Lgbt. Non bisognava essere dei maghi per capire quali sarebbero state le persone colpite dalle loro politiche.
Tanti cittadini ora, non delle comunità Lgbt, fortunatamente mi stanno chiedendo di scendere in piazza. Questo dimostra che è un po' una battaglia di tutti a Milano.