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Il fratello di Giulia Scaffidi, morta a 17 anni di anoressia: “Pesava 26 kg, non mangiava più nulla”

Tony Scaffidi, fratello di Giulia, la 17enne deceduta lo scorso giovedì a causa di problemi legati all’anoressia, ha raccontato a Fanpage.it gli ultimi anni della sorella, mandando un messaggio preciso a chiunque soffra della stessa patologia.
A cura di Filippo M. Capra
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Giulia Scaffidi
Giulia Scaffidi

"Giulia non mangiava più nulla, si staccava le flebo per vedere cosa c'era dentro. Era arrivata a pesare 26 chili". Lo racconta a Fanpage.it Tony Scaffidi, fratello maggiore di Giulia, la ragazza di 17 anni deceduta lo scorso giovedì in ospedale dopo essere entrata in coma. La giovane è morta per problemi derivati dai disturbi alimentari di cui soffriva insieme all'anoressia. "È stata un'esperienza traumatica – continua Tony -. Il suo corpo era privo di energie ma parlare di lei mi fa sentire utile per le ragazze che stanno passando lo stesso dramma".

Il fratello di Giulia a Fanpage: Non mangiava più nulla

Secondo Tony, il fattore scatenante dell'anoressia di Giulia potrebbe essere stata la morte del padre, oltre ad una "predisposizione che in lei portava ad avere un controllo del cibo". Giulia, ricorda il fratello, "era molto attenta all'aspetto estetico" tanto da chiedere "alle ragazze sui social cosa mangiassero". Poi, in famiglia si sono accorti che "nascondeva il cibo e quando si è accorta che la controllavamo per capire se mangiava, si innervosiva e si chiudeva in bagno". In seguito è arrivato il primo ricovero, quando "pesava 34-35 chili. In ospedale ne prendeva alcuni ma quando usciva poi smetteva di mangiare e li riperdeva", ricorda ancora Tony che spiega come Giulia mangiasse solo limone e acqua calda, ogni tanto una foglia di insalata. "Ultimamente non mangiava più niente, non voleva nemmeno la flebo", aggiunge sottolineando che l'essere "arrivata a 26 chili, sicuramente le è costato la vita". Il problema, ricorda Tony, non riguarda "solo le ragazzine. Anche donne di 50 anni, che hanno figli, mi hanno scritto. Il controllo per queste persone è importante. Il mio messaggio è questo: il chilo di più non fa assolutamente male, non bisogna fare un processo perché rischiamo veramente la vita".

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