Il fondatore delle Brigate Rosse Renato Curcio è a Milano, De Corato: “Vergognoso e inquietante”
Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate Rosse, è atteso domani, domenica 17 ottobre, a Milano per la presentazione del suo ultimo libero, intitolato "Identità cibernetiche". L'evento è stato organizzato dal circolo anarchico Ponte della Ghisolfa e avrà luogo nel giardino omonimo in viale Monza 255. La presenza dell'ex brigatista in città ha mandato su tutte le furie Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, che ha giudicato l'appuntamento con l'ex terrorista quale "vergognoso".
De Corato: Vergognoso e inquietante che Curcio sia a Milano
In una nota, De Corato, ricordando che due anni fa Milano aveva ospitato un'altra ex brigatista, Barbara Balzerani, ha dichiarato che "domani tocca a Curcio, che fu uno dei fondatori delle Brigate Rosse, e verrà a darci una lezione su come deve essere secondo lui la società nel 2021". Secondo De Corato, tutto ciò è "vergognoso", perché questi individui "che hanno fatto della violenza la loro bandiera" non possono essere "ancora in giro a fare conferenze". De Corato interroga quindi il sindaco di Milano Beppe Sala chiedendogli cosa ne pensi della presenza "inquietante" di Curcio in città.
Chi è Renato Curcio, fondatore delle BR
Curcio, che ha scontato 25 anni di carcere per reati commessi durante la sua militanza nelle Brigate Rosse, è nato nel 1941 a Monterotondo. Dopo la carriera criminale è diventato un sociologo e un saggista. Di lui ha parlato anche Fabrizio De André, con una strofa nel pezzo "La domenica delle salme". Faber disse del riferimento nel brano: "È preciso. Io dicevo semplicemente che non si capiva come mai si vedevano circolare per le nostre strade e per le nostre piazze, piazza Fontana compresa, delle persone che avevano sulla schiena assassinii plurimi e, appunto, come mai il signor Renato Curcio, che non ha mai ammazzato nessuno, era in galera da più lustri e nessuno si occupava di tirarlo fuori. Direi solamente per il fatto che non si era pentito, non si era dissociato, non aveva usufruito di quella nuova legge che, certamente, non fa parte del mio mondo morale". Effettivamente, Curcio è stato condannato a un totale di 30 anni di reclusione per concorso morale in omicidio volontario nella morte dei militanti fascisti Giralucci e Mazzola, per costituzione e direzione di associazione sovversiva, evasione e per partecipazione a banda armata.