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Il flashmob della comunità ucraina ogni giorno al Duomo di Milano: “Finché non smetteranno di uccidere”

Il flashmob organizzato dalla comunità ucraina. Striscioni e testimonianze che si ripeteranno ogni giorno davanti al Duomo di Milano dalle 19 alle 21.
A cura di Enrico Spaccini
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Striscioni con le foto di Bucha, di Irpin, di Borodyanka. Bandiere ucraine mosse dal vento e trattenute dai presenti. Alcuni con un ramoscello d'ulivo stretto in mano. Nel pomeriggio di domenica 10 aprile, la comunità ucraina di Milano è tornata a farsi sentire dopo il flashmob davanti al consolato russo di qualche giorno fa. Questa volta, il ritrovo era ai piedi del sagrato del Duomo. Una mobilitazione dedicata alla sensibilizzazione e al raccoglimento che, come assicurato dai presenti, si ripeterà ogni giorno dalle 19 alle 21. "Continueremo finché non smetteranno di sparare e uccidere", conferma l'attivista Iryna Kupchyshena.

Il racconto di Iryna Kupchyshena

Venticinque anni, in Italia da quando ne aveva 10, Kupchyshena è una degli organizzatori del flashmob di domenica. "Siamo una trentina di ragazzi, abbiamo creato il gruppo appena è cominciata l'invasione da parte della Russia", racconta, cioè ormai 47 giorni fa. In quelle due ore di domenica, i presenti hanno letto testimonianze di chi è riuscito a fuggire dal proprio Paese, di chi ha scelto di rimanere per combattere e di chi ha ancora conoscenti, amici, parenti bloccati in Ucraina. Kupchyshena è una di loro: "Mia mamma e mio papà sono là. Loro sono tornati in Ucraina due giorni prima che scoppiasse la guerra. Non sono più riusciti a scappare, a causa dei loro problemi di salute". Grazie ai nuovi di strumenti di comunicazione, però, riesce a comunicare con loro. "Sento mia sorella, i miei nipoti, i miei zii che erano ex militari ma che ora sono tornati in servizio", anche se non sempre parlare con loro è facile. Ecco perché usano anche degli stratagemmi per far capire subito la propria condizione di salute: "Se scrivono ‘+' nella chat significa che stanno bene", spiega Kupchyshena, "Il segno ‘-‘, invece, indica che sono in pericolo".

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