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Il figlio di Fiorenza Rancilio rimane in carcere. Il giudice: “Non controlla i suoi impulsi”

Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, accusato di avere ucciso la madre Fiorenza Rancilio lo scorso 12 dicembre nell’attico di via Crocefisso, si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di convalida che si è tenuto stamattina al Policlinico di Milano.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto da LaPresse
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Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, il 35enne accusato di avere ucciso la madre Fiorenza Rancilio lo scorso 12 dicembre nel suo attico di via Crocefisso 6, si è avvalso della facoltà di non rispondere all'interrogatorio di convalida che si è tenuto stamattina al Policlinico di Milano, dove l'uomo è ricoverato e piantonato, davanti al gip Giulio Fanales. "Non era in grado di capire la situazione in cui si trovava", la dichiarazione dell'avvocato difensore Francesco Isolabella.

Secondo il gip Giulio Falanaes, "allo stato non è dato evincere" se l'uomo sia affetto da "una patologia psichica sufficientemente specifica tale da comprometterne, globalmente o anche solo parzialmente, le capacità di lucida rappresentazione del reale e corretta determinazione nell'agire". Nonostante questo il giudice per le indagini preliminari, nel dispositivo che ne dispone la custodia in carcere, non può "non sottolinearsi sul punto come la tutela del bene supremo della vita, ancor più quando riferito ad una figura tanto emotivamente vicina quanto quella materna, appartenga all'essere umano nelle sue forme primordiali",  tranne da chi  è affetto da"forme psicotiche così gravi da compromettere le più basilari funzioni cognitive".

Intanto però il 35enne rimane in carcere, anche per il rischio di fuga vista la residenze dell'uomo nella vicina Svizzera.  L'ordinanza, pur non riconoscendone l'infermità mentale, riconosce però come si trovi "in palesi condizioni d'instabilità psicologica e assuntore di psicofarmaci, almeno saltuariamente in dosi eccessive" e che sarebbe "del tutto incapace di governare i propri impulsi".

Il giovane uomo, rampollo della dinastia di immobiliaristi Rancilio e dei gioiellieri Pozzolini Gobbi, soffre ormai da tempo di evidenti problemi psichici. Secondo quanto emerso, infatti, era in cura per una forma di schizofrenia curata con le stesse benzodiazepine trovate nel luogo del delitto, farmaci che proprio la mattina del 12 dicembre aveva appena assunto. "Ho paura di Guido, spacca tutto", aveva raccontato a un amico di recente proprio la donna, che assisteva spesso alle crisi psicotiche del figlio.

Crisi più che conclamate, tali da richiedere vere e proprie cure ospedaliere. Nel 2014 il 35enne era infatti stato ricoverato per due settimane (dal 26 marzo all’8 aprile) nel reparto di Psichiatria del Policlinico; sette anni dopo, a fine 2021, aveva trascorso altri nove giorni (dal 6 al 14 dicembre) nello stesso reparto, per poi tornarci per altri due mesi a inizio 2023 (dal 14 gennaio al 21 marzo) e iniziare nel periodo successivo un percorso di cura in una comunità riabilitativa ad alta assistenza.

E anche davanti allo zio e ai collaboratori della famiglia che martedì mattina lo hanno trovato accanto al cadavere di Fiorenza Rancilio, secondo tutte le testimonianze dei presenti, il 34enne avrebbe mostrato evidenti segni di disorientamento mentale. "Viva la libertà", l'unica frase che Guido Pozzolini Gobbi Rancilio avrebbe ossessivamente ripetuto al medico del 118.

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