Il direttore della Filarmonica di Milano: “I teatri devono diventare le nuove piazze dei quartieri”
Alcuni direbbero che non se ne è mai andata. E in parte è vero, anche se la pandemia ha costretto tutti ad allontanarsi dai propri beniamini e dal proprio pubblico. Il Covid ha però solo rallentato un processo in forte crescita de LaFil – Filarmonica di Milano, che dal 23 febbraio al 4 marzo è stata nuovamente impegnata con Musica nei Quartieri. Ancora una volta, il progetto ha toccato il Municipio 6, tra il Lorenteggio e la Barona. Poi, il 5 e 6 marzo due grandi concerti al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano. Fanpage.it ha intervistato il direttore d'orchestra de LaFil Marco Seco.
Direttore, quali sono le emozioni nel riproporre il progetto?
In questa edizione continuiamo con il lavoro iniziato a novembre cercando di abitare in musica i quartieri di Milano. La partecipazione delle persone per noi è sempre emozionante. Siamo in un momento di passaggio e quindi ci fa piacere poter ritrovarci con le persone per fargli vedere cosa facciamo e come lo facciamo. Fortunatamente stiamo sperimentando che i residenti del quartiere, in questa occasione il Municipio 6, stanno partecipando con molto interesse. Questo ci spinge a coltivare l'esperienza e portarla avanti anche in un prossimo periodo.
Qual è l'obiettivo di Musica nei quartieri?
Lo scopo è quello di rafforzare la partecipazione delle persone nei luoghi di aggregazione e di incontro. Molti di questi quartieri della periferia di Milano mancano di un centro dove le persone intrattengono momenti in cui coltivano passioni. Mancando questo riferimento, noi attraverso Musica nei quartieri vogliamo rendere i teatri luoghi di incontro, devono diventare le piazze dei quartieri che non le hanno.
Prossimamente vi sposterete in altri Municipi della città?
Sì, l'idea è quella di toccare un Municipio diverso ogni anno. Per quest'anno siamo ripartiti dal Municipio 6 ma andremo in tutte le zone di Milano.
Nel 2022 è possibile, e in che modo, avvicinare il mondo dei giovani a quello della musica classica?
Musica nei quartieri è un progetto costruito anche per loro, per i giovani. Sono tante le realtà del territorio in cui ci sono piccole orchestre che suonano e che fanno musica insieme. Parte delle esperienze che stiamo costruendo sono anche queste, cercando di portare la musica nelle scuole. Per noi è evidenza del fatto che la musica e i giovani crescono insieme. Tra l'altro LaFil nasce con questo intento: circa il 70 per cento della nostra orchestra è costituita da giovani. Quindi, sì, la nostra intenzione non solo è quella di far incontrare questi due mondi ma di far sì che uno si parli con l'altro ed entrambi creino quel risultato che è la caratteristica della nostra orchestra.
Cosa rende speciale LaFil?
Siamo un'orchestra diversa perché cerca di andare verso le persone. Cerchiamo di ascoltare oltre che di essere ascoltati, portando la musica in quei luoghi in cui arriva ancora poco. Vogliamo coinvolgere i cittadini non solo attraverso il fare musica ma anche attraverso il modo in cui vogliamo fare musica.