Il direttore del Teatro Lirico, riaperto dopo 22 anni: “Cultura e arte ci servono per sopravvivere”
"Finalmente dopo una lunga gestazione abbiamo ridato alla luce e ai milanesi con questo straordinario teatro". Non poteva dirlo con parole migliori Matteo Forte, direttore del Teatro Lirico di Milano che ha riaperto ieri, mercoledì 22 dicembre, dopo 22 anni di chiusura. A Fanpage.it, Forte spiega che il teatro ha subìto inevitabili cambiamenti, mantenendo però quell'identità che l'ha contraddistinto negli anni.
Direttore, come si presenta il teatro ai cittadini dopo quasi un quarto di secolo dall'ultima volta?
C'è tanto di quello che c'era prima, dell'identità e dello spirito del teatro Lirico e ovviamente tanto di nuovo. L'idea è quella di restituire un teatro alla città con le caratteristiche che il Lirico aveva quando ha chiuso, ovvero un teatro aperto a molti e diversi generi e fare in modo che la programmazione sia molto varia e vada dal jazz alla classica, dal balletto agli spettacoli di comicità per arrivare alla lirica. L'idea è quella di fare una lirica accessibile per costi e per progetto. Con il Barbiere di Siviglia si ha un linguaggio semplice che arriva più facilmente al pubblico, ad esempio.
Cosa significa per lei riaprire l'amato Lirico, oggi intitolato a Giorgio Gaber?
È una soddisfazione straordinaria, un grande privilegio e un grande onore.
Qual è il vostro obiettivo?
La volontà chiarissima nostra di coinvolgere i giovani e fare in modo che trovino il teatro come un luogo in cui passare il proprio tempo libero.
Come ha risposto la cittadinanza agli open day organizzati lo scorso weekend?
Il riscontro è stato sorprendente, al posto della grande inaugurazione abbiamo fatto il teatro aperto per due giorni. Abbiamo accolto 10.000 persone che sono venute a curiosare per vedere cosa ci fosse di nuovo e cosa di originale.
Cosa significa riaprire un teatro nel pieno di una pandemia che dura da ormai due anni?
Questo vuole essere un segnale di coraggio e speranza. In un periodo complicatissimo per l'intrattenimento dal vivo non siamo pazzi ma crediamo che le persone abbiano bisogno di cultura, arte e spettacolo per sopravvivere. Essendo anche direttore del Teatro Nazionale, posso dire che offrendo 80 spettacoli diversi ognuno può trovare quello più vicino ai propri gusti. E lo può fare in sicurezza.