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Il dentista truffato dalla sua segretaria: “Così mi ha sottratto 400mila euro, non avrei mai sospettato di lei”

“All’inizio non avrei mai sospettato di lei”: a dirlo è Claudio Donelli, il dentista che è stato truffato per anni dalla sua segretaria che gli ha sottratto 400mila euro.
A cura di Ilaria Quattrone
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"All'inizio non avrei mai sospettato di lei": a dirlo è Claudio Donelli, il dentista titolare di uno studio in via Madonnina a Milano a due passi dal Duomo, che è stato truffato per anni dalla sua segretaria. Il 70enne, proprio a causa del raggiro, è stato costretto a chiudere l'attività e a lavorare come collaboratore in un altro studio. Gli è stata inoltre notificata una cartella esattoriale di 60mila euro e gli è stata pignorata l'automobile.

Appena scoperto quanto stava accadendo, il dottore ha denunciato tutto e, dopo indagini e un processo per appropriazione indebita di 400mila euro e autoriciclaggio, la donna è stata condannata in primo grado a quattro anni e al pagamento di un risarcimento a titolo di acconto al professionista. "Ci ho messo quasi dieci anni ad aprire gli occhi", ha spiegato il dentista in un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera.

Donelli infatti ha raccontato che inizialmente le aveva affidato la responsabilità completa di tutta la gestione contabile dello studio: "Il rapporto di fiducia era totale". I due infatti si conoscevano da diverso tempo: "All'inizio ero associato con un collega, questa persona era già la sua delegata per questioni burocratiche e amministrative". E quando il collega ha deciso di ritirarsi, il dentista è diventato l'unico titolare dello studio: "Mi sembrò automatico proseguire il rapporto". 

Quell'anno inoltre è stato particolarmente complicato per il medico che ha dovuto fare i conti con la morte della moglie e la gestione di tre figli piccoli: "Dopo la morte di mia moglie mi aiutò a organizzare il funerale e a sbrigare tutte le incombenze burocratiche, acquisì enorme credito ai miei occhi". Ed è in quel momento in cui "volevo solo occuparmi dei miei pazienti, non di tasse e bollette" che l'uomo decise di affidare tutto a lei.

Subito dopo anche uno dei figli dell'uomo si è ammalato gravemente e in quel periodo estremamente difficile, l'uomo è stato tentato di affidarle anche la gestione del suo conto personale: "Per fortuna ho evitato". Il segnale che qualcosa non andasse, lo ha avuto quando una sera ha ricevuto un messaggio dalla banca che lo informava di un prelievo di 850 euro a Medrisio (Svizzera) dove si trova il casinò: "Sulle prime pensai a una truffa telefonica, dal momento che non possedevo bancomat. Più avanti, nel corso della stessa serata, mi venne notificato un altro prelievo, a Como, di 1.500 euro".

Donelli ha subito chiesto spiegazioni alla segretaria che poi gli disse che si trattava di un errore dell'istituto che avrebbe poi provveduto a rimborsarlo, ma quei soldi non li ha più rivisti. Subito dopo i proprietari dell'immobile del suo studio hanno iniziato a reclamare le rate di affitto non pagate.

"Lei si è giustificata dicendo che i pagamenti erano in regola e tornò ad addossare la responsabilità alla banca": il dentista ha allora firmato una scrittura privata che ha portato al pagamento di 60mila euro per regolarizzare la sua posizione. Anche la sua collaboratrice ha iniziato a reclamare gli stipendi arretrati e anche lì c'è stata un'altra scrittura privata. 

Il professionista è stato quindi costretto a chiudere l'attività nel 2018: "Eppure mi sembrava strano, i pazienti non mancavano: lavoravo ogni giorno dalle nove di mattina alle sette di sera, spesso saltavo anche la pausa pranzo, almeno dieci pazienti al giorno. Eppure la segretaria dava la colpa ai bonifici: "Purtroppo ormai senza assegni la gente non paga più".

"Quando decisi di chiudere lo studio e il conto ad esso associato. Andai in banca fisicamente e chiesi gli estratti conto, più per curiosità che per sospetti, che continuavo a non avere. A quel punto sbiancai. Tutto veniva convogliato su quattro conti intestati a lei", ha precisato ancora l'uomo.

Ha scoperto che c'erano versamenti per pagare le utenze di casa sua o ancora nei confronti della polisportiva del fratello, bonifici di oltre 10mila euro al compagno e infine visite al casinò. Qualche giorno dopo quella scoperta, ha deciso di contattare l'avvocato e sporgere denuncia: "Non le ho mai più rivolto la parola, né intendo farlo. Si è dimostrata una persona orrenda. Ha approfittato della mia fiducia e del dramma della mia famiglia".

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