Il corriere che consegna la spesa online di Esselunga: “Ritmi massacranti e camion pericolosi, ora basta”

Consegne sei giorni su sette a settimana con tanto di straordinari, percorrendo anche 250 chilometri al giorno da una parte all'altra della regione. Turni dai ritmi massacranti, passati a trasportare a mano pesanti sacchetti della spesa anche fino al quinto piano per decine e decine di volte in almeno sette ore, che possono in alcuni casi diventare anche 18.
Sono le condizioni di lavoro denunciate dai corrieri che trasportano la spesa a domicilio per Esselunga, colosso della grande distribuzione. Gli stessi dipendenti delle aziende di logistica Brivio&Viganò Logistic, Cap Delivery, Deliverit, a cui Esselunga appalta i servizi di consegna delle spese online, che per il periodo di Pasqua hanno proclamato un lungo sciopero in tutta la Lombardia.
"I furgoni spesso non sono manutenuti a dovere. Hanno problemi alle pastiglie dei freni, ai fari, ai bulloni delle ruote, oppure vengono semplicemente sovraccaricati con centinaia di chili extra in evidente violazione delle norme sulla sicurezza", racconta oggi a Fanpage.it uno dei corrieri in protesta nel magazzino del web di Esselunga a Lallio (Bergamo) con FILT CGIL Milano Lombardia.

"Anche se i mezzi non sono sicuri devono viaggiare lo stesso e contenere più spese possibili, la produttività non si può fermare. Un paio di volte, addirittura, sono andati a fuoco dei furgoni. Ma pur di fare in fretta, e pur di rispettare gli ordini dei clienti si esce lo stesso. Qualcuno, a volte, si rifiuta di guidare in quelle condizioni. E cosa succede? Chiamano un altro con contratto a scadenza, il più delle volte straniero e giovane: sono persone sotto scacco a cui fanno fare di tutto perché hanno paura di non essere rinnovati, anche fino a 18 ore al giorno. Mentre il dipendente indeterminato, iscritto al sindacato, viene messo in riposo forzato".
Esselunga, nel frattempo, ha emanato un comunicato in cui prende le distanze dalle vertenze sindacali annunciando inoltre, che di questo passo, si troverà "costretta a valutare il ricorso alla cassa integrazione per circa 750 persone operanti nei centri coinvolti", cioè per i lavoratori dei magazzini. "Esselunga gode di questi servizi, senza accertarsi delle reali condizioni di lavoro che stanno dietro. Dopo il Covid hanno iniziato a calcare con i pesi, con i volumi, con le spese fino a 200 chili in più del dovuto. E così giriamo sempre più veloci con veicoli usurati, celle frigorifere sporche… con il ritmo di lavoro che abbiamo, ovviamente, non si riesce a fare la manutenzione, né a pulire. Tutto pur di produrre, produrre. Bisogna rimodulare questi ritmi assurdi".