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Omicidio di Giulia Tramontano

Per la Procura le ustioni di Giulia Tramontano sono una prova della premeditazione

Le ustioni estese sul corpo di Giulia Tramontano emerse ieri nel corso dell’autopsia (insieme ai segni di almeno 37 coltellate) sarebbero un’ulteriore prova del fatto che Alessandro Impagnatiello premeditò l’omicidio della fidanzata al settimo mese di gravidanza. Il gip aveva inizialmente escluso l’aggravante.
A cura di Francesca Del Boca
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Le strane ricerche sul web nei giorni precedenti all'omicidio, il veleno per topi ritrovato nascosto in casa. Adesso, a disposizione degli inquirenti, c'è un altro elemento che potrebbe concorrere a provare che Alessandro Impagnatiello avrebbe premeditato l'uccisione della fidanzata 29enne, incinta al settimo mese. Si tratta delle estese ustioni sul corpo di Giulia, emerse ieri nel corso dell'autopsia insieme ai segni di almeno 37 coltellate: la prova evidente che il barman di Senago ha tentato più volte di dare fuoco al corpo senza vita della compagna, per disfarsi del cadavere utilizzando litri di alcol e benzina. Fondamentale, per questo motivo, sarà proprio ricostruire a quando risalirebbe l'acquisto dei flaconi delle sostanze infiammabili, ritrovati anche sulle mensole dell'appartamento di via Novella.

A rendere l'ipotesi concreta e a inchiodare definitivamente il 30enne reo confesso, per chi indaga, ci sarebbe anche una ricerca su Google datata 27 maggio, ben due giorni prima dell'omicidio: "Ceramica bruciata vasca da bagno", "Ceramica bruciata vasca", "Ceramica bruciata". "Gli aloni di bruciatura c'erano già", si difenderà Impagnatiello. Per l'accusa, invece, è la dimostrazione più palese dell'intento omicida. 

La battaglia sulla premeditazione dell'omicidio

Continua quindi il braccio di ferro della Procura sulla questione della premeditazione dell'omicidio, aggravante che il gip aveva inizialmente escluso sottolineando come "da quando è sorto il proposito di uccidere al momento in cui Impagnatiello ha accoltellato Giulia, non è trascorso un arco di tempo sufficiente". Impagnatiello stesso, del resto, ha sempre negato di aver pianificato l'uccisione della compagna. "Ho fatto tutto da solo, niente era premeditato".

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Di avviso opposto gli inquirenti, che al contrario sostengono: "Alessandro Impagnatiello ha studiato come uccidere Giulia Tramontano", l'accusa. "Non abbiamo di fronte soltanto un assassino, ma un assassino che ha ucciso una persona che diceva di amare e che portava in grembo il figlio che stava per nascere". E ancora: "L'assassino, evidentemente sopraffatto dalla situazione, ha deciso di ammettere l'omicidio dopo aver cercato di disfarsi del corpo. Ha cosparso la vittima di alcol dopo averla uccisa a casa, e successivamente ha sparso della benzina sulla vittima in un garage".

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I due tentativi di dare fuoco al cadavere

Alessandro Impagnatiello, dopo aver colpito a morte la fidanzata Giulia con almeno 37 fendenti di coltello, avrebbe adagiato il cadavere nella vasca del bagno di casa: lì avrebbe tentato di appiccare il fuoco una prima volta. "Volevo in qualche modo liberarmi del corpo", racconterà il barman nella sua confessione. "Vicino alla vasca da bagno c'era dell'alcol per le pulizie, gliel'ho versato addosso e le ho dato fuoco". Ma qualcosa va storto. "Mi sono reso conto che non sarei riuscito a darle fuoco lì, la vasca era circondata da arredi".

Da lì, l'idea. "Ho deciso di continuare nel box". Intorno alle 23 trascina così il corpo sulle scale del condominio di via Novella, e lo nasconde nel box al piano interrato. Una volta dentro, intorno alle 3, il 30enne prova nuovamente ad appiccare un incendio per sbarazzarsi del cadavere. "Decido di prendere la benzina da un benzinaio con la bottiglia e appicco il fuoco con l'accendino". Ma senza successo. "Ho spento le fiamme intorno alle 5 del mattino, non ce la facevo a vederle sul corpo". Si sbarazzerà del cadavere solo nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31 maggio, gettandolo tra alcune sterpaglie vicino a casa.

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