video suggerito
video suggerito

Il Consiglio Regionale boccia il referendum sulla sanità, l’opposizione: “Tolta la parola ai cittadini”

La maggioranza del Consiglio Regionale ha votato l’inammissibilità dei quesiti abrogativi del referendum sulla sanità lombarda. Il Comitato promotore e l’opposizione nei giorni scorsi aveva chiesto, invece, di rimandare la questione all’Ufficio di Presidenza. “Le eventuali criticità potevano essere superate”, dicono da Patto Civico.
A cura di Enrico Spaccini
31 CONDIVISIONI
Immagine

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha decretato l’inammissibilità dei quesiti abrogativi del referendum sulla sanità. Questa mattina, martedì 12 settembre, i consiglieri hanno votato nonostante la richiesta del Comitato promotore di rimandare la questione all'Ufficio di Presidenza che nelle scorse settimane non era riuscito a esprimere una decisione unanime. "La maggioranza si è assunta l'enorme responsabilità di togliere la parola ai cittadini", hanno dichiarato Michela Palestra e Luca Paladini consiglieri del Patto Civico, "quei quesiti si sarebbero potuto tranquillamente riformulare per superare le eventuali criticità".

Le richieste inascoltate del Comitato promotore

Nei giorni scorsi i rappresentanti del Comitato promotore del referendum sulla sanità, Marco Caldiroli, per Medicina Democratica, Vittorio Agnoletto, per l'Osservatorio salute, Massimo Cortesi, di Arci Lombardia, Federica Trapletti, di Spi-Cgil Lombardia e Andrea Villa di Acli Milano, avevano denunciato il fatto che l'Ufficio di Presidenza non avrebbe rispettato le normative previste dalla legge sui referendum abrogativi.

Lo scorso 25 agosto, infatti, la maggioranza dell'Ufficio aveva deciso di non esprimersi riguardo l'ammissibilità dei tre quesiti abrogativi del referendum e di rinviare tutto al Consiglio Regionale. Quesiti che riguardano l'equivalenza pubblico-privato e l'estensione delle funzioni e dei servizi che il pubblico può delegare al privato. Come affermato dal Comitato, però, l'Ufficio non avrebbe mai fornito le motivazioni tecniche di questa decisione e nemmeno l'approfondimento menzionato nella delibera.

"Forse il tanto sbandierato ‘modello sanitario lombardo' non è così efficiente

Così facendo, sostengono dal Comitato, è stata violata in più punti la normativa prevista dalla legge regionale. "Una decisione esclusivamente politica", hanno detto i rappresentanti chiedendo al Consiglio di non votare l'ammissibilità dei quesiti ma di rimandare tutto di nuovo all'Ufficio di Presidenza. Questo, però, non è avvenuto. I consiglieri hanno votato e hanno decretato l’inammissibilità.

"Il Comitato promotore non è stato minimamente coinvolto nella decisione", fanno osservare Paladini e Palestra, "determinando un ulteriore pericoloso precedente". I due consiglieri di Patto Civico hanno poi spiegato: "Il presidente Fontana che arriva in aula pochi minuti prima della votazione finale, per sancire il proprio sostegno allo scippo referendario, la decisione di Romani di non concedere sospensioni per approfondimenti e gli applausi dei consiglieri di maggioranza al momento del voto sono l’immagine stessa dell’arroganza con la quale il centrodestra lombardo ha gestito questa partita. Forse il tanto sbandierato ‘modello sanitario lombardo' non è così efficiente, se Fontana e soci hanno paura del voto dei cittadini”.

Sulla decisione del Consiglio Regionale è intervenuto anche Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico: "Siamo di fronte a un colpo di mano della destra che impedisce ai cittadini di pronunciarsi sulle scelte che governano la sanità lombarda. È un atto di violenta e arrogante debolezza che non credo abbia precedenti in nessun consiglio regionale d’Italia. È evidente la volontà di non disturbare gli interessi di coloro che si arricchiscono grazie alle insostenibili liste di attesa della sanità pubblica. Noi continueremo a sostenere l’idea di una sanità pubblica e accessibile a tutti e lo faremo dentro e fuori dal Consiglio regionale".

31 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views