Perché la norma contro il fumo all’aperto a Milano non ridurrà l’inquinamento, secondo il consigliere comunale
Sta facendo discutere la norma che dal primo gennaio 2025 imporrà il divieto di fumo nelle aree pubbliche di Milano a chi non rispetterà una distanza minima di dieci metri dalle altre persone. Pena una multa dai 40 ai 240 euro. La misura fa parte di un regolamento aria e clima varato nel 2020 e ha l'obiettivo di ridurre le emissioni provocate dalle sigarette, responsabili del sette per cento dell'inquinamento presente in città. Ma secondo Carlo Monguzzi, consigliere comunale dei Verdi ed ex assessore all'ambiente e al traffico di Regione Lombardia, questa norma, "Non c'entra niente con il piano aria e clima e non servirà a ridurre gli inquinanti".
La distanza di 10 metri
A dimostrarlo, sostiene Monguzzi, sarebbe proprio il fatto che chiunque può continuare a fumare in città se rispetta la distanza di dieci metri dalle altre persone: "Nel regolamento originale i dieci metri non erano previsti: sono stati aggiunti per attenuare la norma. Il problema è che i dici metri vanno bene per evitare il fumo passivo, ma dal punto di vista dell'inquinamento non servono a niente. È una cosa ridicola, visto che il provvedimento è nel regolamento per la qualità dell'aria per ridurre le emissioni".
Secondo il consigliere è mancata comunicazione con i cittadini
Monguzzi, tuttavia, non critica la norma sul divieto di fumo in sé, che nella sua forma originale ha contribuito a scrivere, ma come è stata gestita dall'attuale giunta comunale. In particolare la mancanza di un'adeguata campagna di comunicazione e sensibilizzazione: "Il regolamento per la qualità dell'aria è stata votata in consiglio comunale nel 2020 – ha spiegato il consigliere – quando le deleghe all'ambiente le aveva Sala, che non si è mai occupato di nulla se non del dopobarba. Lui aveva lasciato che facessero i funzionari e io ero presidente della commissione ambiente. Avevamo quindi previsto che dal 2021 non si sarebbe più potuto fumare nei parchi, alle fermate della metro e negli stadi e che dal 2025 non sarebbe potuto più fumare negli ambienti pubblici. Facemmo questa posticipa proprio per permettere una campagna di informazione per preparare i cittadini e attenuare la loro ripulsa. Questa giunta però non ha fatto nessun tipo di comunicazione: per loro l'informazione alla città è stata il comunicato stampa".
Per questi motivi Monguzzi pensa che la misura sia un'operazione di facciata più che una norma utile a migliorare le cose e sulla sua efficacia si dice scettico: "Adesso faranno 15 giorni di controlli, ma la cosa poi cadrà nel dimenticatoio e non controlleranno più niente".