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Il Comune non gli assegna una casa popolare: uomo entra in municipio e rompe tutto con una catena

Un uomo è entrato negli uffici comunali di Cologno Monzese e ha distrutto tutto con una catena: da qualche mese è destinatario di uno sfratto esecutivo e per questo chiede da tempo un alloggio popolare al Comune.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Uffici del Comune devastati a Cologno Monzese. Ieri 17 settembre sono stati bersaglio di un uomo che è entrato nella sede dei servizi sociali e ha distrutto tutto con una catena. Tutto perché l'amministrazione non gli assegna un alloggio comunale.

L'uomo destinatario di uno sfratto

Da una prima ricostruzione di quanto accaduto, l'autore del gesto è da qualche mese destinatario di uno sfratto esecutivo e per questo chiede da tempo un alloggio popolare al Comune. Per le assegnazioni i funzionari del Comune però hanno bisogno di altro tempo, proprio perché le pratiche non sono così immediate. Tempo che però l'uomo non aveva più: si è così spazientito e in un forte stato di agitazione è entrato in Comune impugnando una catena e rompendo tutto.

I dipendenti per la paura chiusi in una stanza

Tanta la paura per i dipendenti comunali che si sono chiusi in una stanza e hanno subito chiamato le forze dell'ordine. Come riporta Milano Today, per calmare l'uomo sono intervenuti gli agenti della polizia locale: dopo qualche secondo lo hanno reso inoffensivo. Subito dopo per lui è scattata la denuncia.

Coppia cerca di appiccare un incendio nel Comune di Rozzano

Un anno fa invece due persone hanno minacciato di dare fuoco al Comune di Rozzano, alle porte di Milano, per protestare allo sfratto. La coppia aveva perso la casa popolare e per protesta si era presentata in municipio con la benzina. Per protestare contro la misura disposta dal Comune, sono entrati all'interno dell'edificio con una bottiglia contenente di benzina, hanno svuotato la sostanza infiammabile sul pavimento e hanno minacciato di appiccare le fiamme, se non li avessero assecondati. Entrambi sono stati subito arrestati, processati per direttissima e per loro erano stati disposti i domiciliari.

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