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Il Comune di Sondrio vuole vietare ai senzatetto di dormire in strada, il Pd: “Serve solo a fare scena”

Il provvedimento anti-clochard del Comune di Sondrio prevede multe per i senzatetto che utilizzano qualsiasi spazio pubblico: dal suolo alle panchine comunali. Per l’opposizione “non risolve la questione”.
A cura di Sara Tirrito
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Immagine di repertorio
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Il comune di Sondrio sta discutendo in queste ore una modifica al regolamento di Polizia urbana che intende vietare il pernottamento dei senzatetto in tutti gli spazi pubblici della città. Il testo dovrebbe essere votato in consiglio comunale a fine settembre e arriverà domani in Terza commissione, l'organo che si occupa di ambiente, frazioni, infrastrutture, lavori pubblici, mobilità, pianificazione territoriale, polizia locale comunale.

Si tratta di un provvedimento che, se approvato, sanzionerebbe qualunque clochard utilizzi strade, panchine e ogni elemento dello spazio pubblico. Il Comune di Sondrio già in passato è intervenuto con misure sui senza fissa dimora, istituendo un container per l'accoglienza e introducendo divieti di bivacco in altre parti della città. Stando ai numeri disponibili, a Sondrio i senzatetto sono all'incirca una decina su una popolazione di 21mila abitanti circa.

Come dichiara in un'intervista a Fanpage.it il segretario provinciale Michele Iannotti, il Partito democratico, che è membro di minoranza in Consiglio comunale, si oppone al divieto perché "non risolve la questione".

Che problematica rappresentano i senzatetto per il comune di Sondrio in termini di numeri, zone di pernottamento, episodi passati preoccupanti?

Il fenomeno è relativamente recente e si è accentuato durante il Covid perché con le restrizioni dettate dalle necessità di prevenzione, le permanenze nel centro di accoglienza, i cui spazi erano già insufficienti, sono diventate stabili e non più brevi. Nel giro di perlustrazione fatto l’anno scorso in inverno dalla consigliera di minoranza Donatella Di Zinno con i City Angels era stata riscontrata la presenza di tre persone che pernottavano nel parcheggio interrato di piazza Garibaldi, cinque in stazione e due ai giardinetti Sassi. Giardinetti dove per tutta l'estate hanno continuato a dormire questi clochard. A oggi il fenomeno ci risulta possa essere aumentato di qualche unità; sembrano numeri piccoli ma per una realtà come Sondrio non sono pochi. Ci sono stati anche fenomeni (per ora limitati) di “dispetti” fatti a queste persone da parte di alcuni ragazzi.

Il Comune propone di vietare il pernottamento dei senzatetto in tutte le aree pubbliche. In che misura e perché non siete d’accordo?

Questo problema non va risolto in maniera demagogica e populista con ordinanze e modifiche di regolamenti che servono solo come effetto scenico, ma non risolvono la questione. Servono piuttosto politiche sociali mirate che sappiano dare una risposta a un fenomeno sempre più crescente. La demagogia e il populismo sta anche nel fatto che sono previste sanzioni pecuniarie a carico di persone che, si sa benissimo, non potranno mai pagarle. Una proposta che dimostra l’incapacità dell’amministrazione comunale di affrontare seriamente il problema.

Ritenete giusto parlare di mancanza di "decoro" per gli spazi urbani di sosta dei clochard?

Credo che nessuno di noi vorrebbe vedere persone in precarie condizioni igieniche dormire sulle panchine avvolte da stracci e coperte. Leggo il termine “decoro” come una ferita aperta, spesso silente, che deve interrogarci sul nostro modello di società.

Già a luglio il Comune aveva vietato il pernottamento nel parcheggio sotterraneo di piazza Garibaldi. Questo provvedimento ha funzionato? Vi eravate opposti?

In quell'occasione, abbiamo evidenziato il fatto che il provvedimento non dava una risposta al problema, infatti dopo l’ordinanza le persone si sono semplicemente spostate altrove, com'era prevedibile.

Due anni fa per dare riparo ai senzatetto il comune aveva aperto un container in un parcheggio gestito dalla Croce rossa. Che impatto ha avuto?

Il container è servito – e così era stata presentata l'iniziativa – per tamponare la situazione di emergenza in un inverno dalle temperature particolarmente rigide. Doveva essere una misura temporanea e invece anche l'inverno scorso è stato utilizzato per dare un tetto alle persone non avendo provveduto ad altre soluzioni. Rimane una sistemazione indecorosa perché è provvisto di un wc chimico, ma non di acqua corrente per lavarsi. Ci sono stati dei problemi di “convivenza” in uno spazio così ristretto tra le varie persone. Per questo alcuni dei clochard hanno preferito rimanere nei giardini. Uno sotto il settimo ponte, alle porte del parco Bartesaghi. Noi abbiamo più volte contestato la scelta dell'amministrazione comunale di chiudere il drop-in dove queste persone potevano lavarsi e lavare e i propri abiti.

Quali soluzioni propone il Pd di Sondrio?

Per prima cosa è necessario svolgere un lavoro di prevenzione sul territorio per evitare che la situazione di disagio socio economico che coinvolge sempre più persone si aggravi. Il problema deve essere affrontato sostenendo coloro che già operano nel sociale e nel volontariato e introducendo politiche sociali strutturali che prevedano da una parte interventi in grado di dare risposte immediate come, ad esempio, quella di ampliare gli spazi nel centro di prima accoglienza (proposta che come minoranze sosteniamo da anni), e dall’altra con interventi a media e lunga scadenza che permettano un reinserimento sociale di queste persone garantendo nel contempo soluzioni abitative permanenti.

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