Il Comune di Milano dice di voler vigilare sul Cpr, ma poi impedisce al garante dei detenuti di farlo
Sulla pagina Instagram Mai più lager – No ai Cpr è stato pubblicata una mail di risposta a una segnalazione inviata dalla rete di realtà stessa al Garante Nazionale dei Diritti delle Persone private della libertà personale e a quello Comunale circa "la violazione dei diritti (in particolare, di quello alla salute, come nella gran parte delle volte) di una persona attualmente trattenuta nel Cpr di via Corelli".
La rete ha pubblicato quanto segue: "L'ufficio del Garante Comunale ci risponde così: "Gentilissim*, su disposizione del Garante Francesco Maisto, comunichiamo che il servizio del nostro Ufficio è momentaneamente sospeso, come comunicato in passato, in quanto non disponiamo di unità operative da dedicare al CPR. Con l'occasione, cordiali saluti".
Sulla base di quanto appreso da Fanpage.it, non è la prima volta che la rete riceve una risposta simile: l'ufficio del garante comunale infatti – come riporta la stessa Mai più Lager su Instagram – non disponde più di risorse da dedicare al centro di permanenza per il rimpatrio. Fino a due anni fa, infatti, c'era un'unità operativa che si occupava di migranti e del Cpr tanto che l'ufficio faceva parte del progetto Fami, che riguardava la legalità dei rimpatri assistiti.
Due anni fa il Comune ha destinato il personale a un altro ufficio: nonostante nel corso degli anni sia stata più volta avanzata la richiesta di poter trovare qualcuno che assolvesse alla funzione di quella unità specifica, non è stata ancora trovata una soluzione.
"Del pesantissimo silenzio del Sindaco Sala sul tema Cpr abbiamo detto di più volte – scrive ancora Mai più Lager su Instagram -. È stato interrotto solo, in questi anni, da – per non dire altro – sibilline o pilatesche frasi quali quella dell'ottobre 2019 che prometteva "In via Corelli solo rimpatri", negando che il Cpr sarebbe stato un luogo di detenzione ma evidentemente un hub di un aeroporto".
E ancora: "Ebbene, nella bagarre di dichiarazioni che si susseguono ora, e solo ora, che la violazione dei diritti umani nel (certificato) lager di Milano è sotto gli occhi di tutti e anche della Procura, il Comune che fa? Sospende l'unica forma di garanzia che – almeno sulla carta – avrebbe dovuto dedicare alla tutela dei diritti delle persone che comunque si trovano sul suolo cittadino in quelle condizioni disumane".