video suggerito
video suggerito

Il Comune di Bergamo si dissocia da Miss Capitale della Cultura: “Il logo è stato rubato”

Il Comune di Bergamo prende le distanze da Miss Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, il concorso di bellezza in programma domani sera che tanto aveva fatto discutere. “Non si tratta di un evento ufficiale della Capitale”. Ma l’assessora alla Cultura precisa: “Le vere battaglie per le donne sono altre”
A cura di Francesca Del Boca
15 CONDIVISIONI
Il volantino pubblicitario del concorso di bellezza Miss Bergamo Brescia Capitale della Cultura
Il volantino pubblicitario del concorso di bellezza Miss Bergamo Brescia Capitale della Cultura

Il Comune di Bergamo si dissocia da Miss Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, il concorso di bellezza in programma domani sera giovedì 20 luglio che tanto aveva fatto discutere. "La manifestazione non rientra in quelle del palinsesto, il logo è stato rubato", fa sapere l'amministrazione. "Non è un evento ufficiale della Capitale, sono stati gli organizzatori a chiamare la serata in questo modo".

La polemica su Miss Bergamo Brescia Capitale della Cultura

A lamentarsi per primo era stato il comitato Bergamo Bene Comune, che si era chiesto cosa c'entrasse una sfilata di ragazze in bikini con la Capitale della Cultura. "È questa la cultura che vogliamo?", il post polemico su Facebook. "Che senso ha continuare a proporre manifestazioni obsolete nelle quali la bellezza del corpo femminile viene considerata come un fattore di merito e di giudizio, continuando a propinare lo stereotipo diseducativo e deleterio della donna-soprammobile?".

E ancora. "Come può una simile manifestazione essere inserita nel cartellone di Capitale della Cultura? Come può tutto questo, in una società in cui ancora in pubblicità il corpo femminile viene (ab)usato per vendere, essere spacciato per cultura?".

La risposta del Comune di Bergamo

Dopo il post, arriva in men che non si dica la replica di Palazzo Frizzoni. Che prende visibilmente le distanze dal concorso nato sotto l'egida del celebre marchio Miss Italia. "Non c'è nessun problema sul nome dell'evento, non c'è un copyright sul nome della Capitale della Cultura, gli organizzatori possono chiamare la serata in questo modo. Ma l'evento non rientra in quelli ufficiali del 2023″, la posizione dell'amministrazione bergamasca guidata da Giorgio Gori a Corriere Bergamo.

Ma l'assessora alla Cultura Nadia Ghisalberti, chiamata in causa dai membri del comitato, mette comunque i puntini sulle i. "Il rispetto per la libertà di scelta include tutte le legittime aspirazioni, compresa quella di partecipare a un concorso di questo tipo. Non esiste un solo modello di donna e la demonizzazione della bellezza sa di medievale", ha dichiarato sempre a Corriere Bergamo. "Se dobbiamo pensare alle vere battaglie, dobbiamo guardare a ben altro. All’equità dei salari, alle politiche di welfare che sostengano le donne, lavoratrici e non, nella cura della famiglia e degli anziani, troppo spesso ancora sulle loro spalle, o alla parità della presenza femminile in ruoli decisionali, ancora fortemente penalizzata".

15 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views