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Il Comune di Arcore concede il patrocinio al Brianza Pride, ma poi smentisce: “È un pesce d’aprile in ritardo”

Brianza oltre l’arcobaleno ha mostrato a Fanpage.it le pec in cui l’amministrazione comunale di Arcore ha comunicato la concessione del patrocinio al Brianza Pride del 16 settembre. La giunta, però, con una nota ha smentito la notizia definendola una “bufala di quelle per condire la pizza”, mentre il sindaco Bono dà la colpa a un bug del sistema.
A cura di Enrico Spaccini
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Il prossimo sabato 16 settembre a Monza si terrà il Brianza Pride, la manifestazione che ormai da cinque anni punta a sensibilizzare cittadini e istituzioni del territorio brianzolo sul tema dei diritti civili e delle problematiche che le persone Lgbt vivono ogni giorno. La Rete organizzatrice, lo scorso 20 luglio, ha inviato a tutte le giunte comunali della provincia una email in cui invita le amministrazioni a concedere il proprio patrocinio all'evento come simbolo di sostegno alle battaglie queer.

Come spesso accade in questi casi, ci sono Comuni che accettano, altri che rifiutano. Tra questi c'è quello di Arcore che, però, prima ha risposto positivamente alla richiesta della Rete concedendo il patrocinio, e poi ha smentito tutto dando la colpa ora a un bug del sistema informatico, ora agli organizzatori del Pride etichettando come "palla" la notizia dell'adesione.

"Poteva essere una cosa lodevole"

Come hanno spiegato a Fanpage.it i membri di Brianza oltre l'arcobaleno (Boa), la risposta alla email con la richiesta del patrocinio è arrivata il 30 agosto. Si trattava di una pec in cui veniva comunicata la concessione del patrocinio con tanto di numero di protocollo del responsabile. Inoltre, era stato inserito anche l'indirizzo di posta elettronica dei servizi culturali del Comune di Arcore che si sarebbe occupato della faccenda.

In un primo momento, la notizia è stata vista come un elemento per certi versi innovativo, essendo una giunta di centrodestra. "Abbiamo pubblicato su Facebook un post di plauso perché poteva essere interpretato come un segnale di apertura, di dialogo da fare sul territorio", commentano da Boa, "poteva essere una cosa lodevole".

Il comunicato dell'amministrazione e le parole del sindaco

Ieri, però, domenica 10 settembre, il Comune di Arcore ha pubblicato un comunicato stampa in cui definisce "palla" la notizia divulgata dai responsabili della manifestazione sull’adesione dell'amministrazione, "una bufala di quelle che al massimo servono a condire la pizza". In pratica, si legge, "un pesce d'aprile in ritardo" perché i membri della giunta "non hanno mai prestato il loro assenso all’iniziativa".

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Non solo l'amministrazione ha preso le distanze, ma ha anche attaccato gli organizzatori del Pride definendo "l'adesione farlocca un maldestro tentativo di generare pubblicità attorno a un evento degno di nota nella sua essenza, ma lasciato in mano a persone che fanno della menzogna uno stile di vita per un quarto d’ora di pubblicità in più".

Di altro tenore è la spiegazione fornita dal sindaco di Arcore, Maurizio Bono, intervistato da MBNews: "Ho parlato con i miei funzionari, nessuno ha inviato quella mail". Il primo cittadino, infatti, ipotizza che si sia trattato di un bug che avrebbe fatto partire una risposta automatica. A sostegno di questa ricostruzione, porta il fatto che "è norma che quando un Comune aderisce alleghi la copia della delibera di giunta con cui ha approvato il patrocinio, e qui non c'è".

"Perché avremmo dovuto inventare una cosa del genere su Arcore?"

"Nel comunicato danno colpa a noi di questa faccenda", rispondono da Boa, "ci sono arrivate pec con il numero di protocollo e dicono che siamo noi ad aver detto cavolate, che si mettano d'accordo tra di loro, o è un bug come ha detto il sindaco o siamo stati noi a dire cose non vere". Però, se questa dovesse essere la posizione ufficiale, da Boa assicurano che procederanno "per vie legali, perché ci sta diffamando mentre in mano abbiamo posta elettronica certificata".

Gli attivisti, da parte loro, smentiscono ogni ipotesi di bugia architettata da loro: "Perché avremmo dovuto inventarla su Arcore", domandano, "ci sono altri Comuni che non ci hanno dato il patrocinio, perché ci saremmo dovuti inventare questa cosa?". Non convince, però, nemmeno la ricostruzione della risposta automatica: "Non ne ho mai vista una che dice ‘sì, vi abbiamo concesso il patrocinio' con il numero di protocollo". Qualunque sia la soluzione a questo enigma, da Boa assicurano di essere "disposti a incontrare il sindaco anche prima del Pride, vogliamo capire con lui quello che sta accadendo".

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