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Il comico Max Giusti: “Amo Milano ma è troppo cara, mangiare a Roma costa il 60% di quello che spendi qui”

“Milano si è messa a correre ma si è dimenticata di quelli che pedalano. Troppi fanno fatica”: a dirlo è il comico e attore Max Giusti che si trova nel capoluogo meneghino con lo spettacolo Il Marchese del Grillo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto Gian Mattia D\'Alberto - LaPresse
Foto Gian Mattia D\'Alberto – LaPresse

"Milano si è messa a correre ma si è dimenticata di quelli che pedalano. Troppi fanno fatica": a dirlo in un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera è il comico, attore e conduttore Max Giusti che è impegnato con lo spettacolo Il Marchese del Grillo. A Milano andrà in scena al Sistina Chapiteau.

Il comico ha sottolineato di amare molto il capoluogo meneghino. E infatti si è detto felice di portare questo spettacolo in quella che considera "la mia seconda casa: la frequento stabilmente dal 2002, dai tempi di Quelli che il calcio". Quando è arrivato a Milano viveva in via Paolo Sarpi: "È una via bellissima ma adesso non ci potrei stare: mi risucchierebbe. Sono passato verso piazza Firenze", specifica.

Del capoluogo meneghino, Giusti apprezza soprattutto che è una città che "corre e Roma sta ferma, avrebbe bisogno di questo spirito di iniziativa. Invece a Roma siamo quelli che "noi non facciamo le Olimpiadi perché non siamo in grado di garantire che negli appalti non ci saranno problemi…" però c'è un però".

E il però è proprio nel fatto che Milano è una città molto cara: "La vita è troppo cara: ristoranti dove mangi benissimo ci sono, però servono 80 euro a persona e non è sostenibile. Questa città ha fatto cose pazzesche, è pure diventata turistica: Milano turistica più di Roma! E vogliamo farla diventare come Manhattan, dove se non sei straricco non ci puoi vivere?"

E infatti spiega che "mangiare a Roma costa il 60 per cento di quello che spendi a Milano". Sul tema sicurezza, specifica che anche la capitale "ha i suoi problemi però questa dinamica si percepisce meno. Chi può guidare questi fenomeni intervenga: l’integrazione è importante, se sto in un posto di quel posto devo fare mie le regole, che io sia romano, cinese, africano o di Bolzano. È un appello anche alla politica: Milano ha messo un vestito splendido e non può lasciare indietro certe cose. Lo dico da innamorato".

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