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Il centro migranti ha bagni con muffe e moquette lercia ma resta aperto: “Se fosse una casa l’avrebbero chiusa”

Il centro di accoglienza di Romano di Lombardia è stato riaperto nonostante l’Ats dichiari che la struttura abbia bisogno di interventi di “sanificazione e pulizia” profondi. Il sindaco spiega a Fanpage.it che una qualsiasi altra struttura in quelle condizioni sarebbe stata chiusa.
A cura di Sara Tirrito
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Immagine di repertorio
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L'azienda tutela della salute (Ats) di Bergamo ha confermato che il centro di accoglienza di Romano di Lombardia, nell'ex hotel La Rocca, è agibile. Il cas era stato evacuato il 3 ottobre scorso per allagamenti, ma riaperto poche ore dopo con l'indicazione di apportare delle modifiche alla struttura. Quattro in totale le relazioni redatte nell'ultima settimana sull'agibilità dell'edificio, emesse da Ats e Vigili del fuoco. Due per ciascun ente, scritte dopo due sopralluoghi fatti uno nella mattina dell'evacuazione e l'altro nel pomeriggio dello stesso giorno. Le due relazioni sono simili tra loro, e confermano le condizioni viste a poche ore di distanza, ma l'ultima pervenuta al Comune di Romano di Lombardia, firmata dall'Ats locale, permette che il centro di accoglienza riapra e ospiti fino a 112 migranti.

Contro l'agibilità del centro si è scagliato fin dall'inizio il sindaco di Romano di Lombardia, che ha definito l'ex hotel La Rocca "un posto peggiore dell'inferno" e ha spiegato a Fanpage.it i motivi per cui la struttura non dovrebbe essere accessibile in questo stato.

Sindaco, si è espresso pubblicamente contro la decisione di Ats di non dichiarare l'inagibilità per l'ex hotel La Rocca. Cosa dicono le disposizioni dei sanitari?

Come ho spiegato con una nota di commento alle relazioni, in quella firmata alle 6 del mattino di martedì 3 ottobre dall'Ats si legge che "in tutti i locali si sono rilevate condizioni igienico sanitarie pessime". I tecnici parlano di un "numero dei letti per camera superiore alla capienza" della struttura e di "muffe estese al soffitto” in alcuni bagni.  Il rapporto del mattino si chiude con testuali parole: “si ritiene la struttura non idonea alla permanenza dei migranti almeno sino al ripristino di adeguate condizioni igienico sanitarie e strutturali che verranno indicate dalle autorità preposte”.

La seconda relazione di Ats, relativa a un sopralluogo fatto a pochissime ore di distanza dal primo, però, dichiara agibile la struttura…

Il paradosso della seconda relazione è che per due terzi parla delle disposizioni sulla sicurezza dell'impianto e dell'acqua, gli interventi cioè necessari affinché la struttura sia in buono stato. Poi, i tecnici raccomandano una maggiore attenzione alla pulizia dei sanitari. Non dicono di aver trovato una situazione diversa da quella verbalizzata al mattino.

Cosa dice, per esempio, l'ultima disposizione Ats?

Uno degli estratti è questo: “Considerato che gli interventi di pulizia e sanificazione della moquette non sono stati in grado si ripristinare accettabili condizioni d’uso, la stessa dovrà essere eliminata e sostituita con altra finitura con caratteristiche di facile pulizia. Dovranno inoltre essere maggiormente curati e supervisionati dal gestore, la regolare pulizia degli ambienti…”.

Cosa si aspettava invece che dicessero i tecnici?

Mi aspettavo una relazione dal tenore totalmente diverso. Che scrivessero che era cambiato tutto, di aver trovato tutto pulito e quindi il centro di accoglienza poteva essere riaperto. La disposizione Ats però non dice questo, forse perché non possono dirlo, perché non è la verità. Questa seconda relazione si commenta da sola, perché dichiara agibile la struttura pur dicendo le stesse cose che al mattino avevano portato a una chiara inidoneità della struttura.

Lei è tornato nella struttura? È sicuro che gli interventi non siano stati fatti?

L'edificio è talmente mal messo dal punto di vista strutturale che è sanabile solo se fanno degli interventi radicali. Non penso sia stato fatto qualcosa per migliorare la struttura: sono interventi che richiedono molto tempo. Anche solo per cambiare la moquette delle stanze e dei corridoi.  Nella relazione la stessa Ats ha scritto che "era usurata e lercia”. Per sostituirla, probabilmente bisognerebbe mettere una pavimentazione di tipo diverso e non è immediato. Non solo questi interventi è impossibile che siano stati fatti, ma mi chiedo come sia possibile farli adesso, dal punto di vista logistico, quando ci sono circa 100 persone che ci abitano dentro.

Erano già stati fatti dei controlli in passato?

Sì e trovo sconcertante che, come è evidente dal fatto che sono state nuovamente prescritte nella relazione in mio possesso, siano state completamente disattese dalla struttura le indicazioni che erano state date dai vigili del fuoco in sopralluoghi e verifiche fatti mesi e mesi prima: a marzo, giugno e fine agosto.

Lei ha dichiarato che se l'edificio avesse avuto un altro uso sarebbe stato dichiarato inagibile. Lo pensa davvero? 

Sì. Come Comune siamo spesso sollecitati a fare ispezioni in strutture private che ci vengono segnalate, interveniamo con Polizia locale, Ats e Vigili del fuoco. L'esperienza mi dice che qualora trovassimo una casa o una stessa struttura in condizioni simili la chiuderemmo seduta stante. Noi non avremmo dubbi e l'Ats nemmeno. Quello che ho sempre affermato è  che qualora avessimo fatto un sopralluogo in una struttura qualunque  della Città, con le medesime condizioni, non ci sarebbe stato alcun dubbio: la scelta non poteva che decretarne l’inagibilità.

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