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Alberto Genovese arrestato per stupro

Il caso Genovese non fa paura: le feste private a Milano continuano e sfidano anche il Covid

I party privati a Milano vanno avanti in case esclusive, alberghi di lusso compiacenti e club aperti di nascosto. Qualcuno ha perfino la postazione col dj. “Il Covid non ha fermato proprio niente, figuriamoci il caso Genovese”, racconta a Fanpage.it un imprenditore che conosce bene la notte milanese e i suoi eccessi. Non più 200 persone ma poche decine, tutti a ballare vicini senza mascherina, come se il Covid non esistesse.
A cura di Salvatore Garzillo
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The show must go on, lo spettacolo deve continuare. E anche le feste. L’indignazione per i party estremi di Alberto Genovese è durata pochi giorni, poi la voglia di far festa ha superato l’attenzione mediatica e perfino il pericolo di contagio da Covid e le multe per la violazione dei provvedimenti. “A Milano le feste vanno avanti, lo sanno tutti, è il segreto di Pulcinella”, racconta a Fanpage.it un imprenditore a cui daremo il nome di Marco perché preferisce non essere riconosciuto. Marco si muove da anni nel mondo di mezzo dei party esclusivi, quelli organizzati su attici da rivista e in alberghi a cinque stelle di mezza Europa. “Se ne fanno praticamente ogni sera ma per lo più da venerdì a domenica. La gente entra alle 10 di sera ed esce alle 5. Nessuno si fa problemi, tutti vogliono divertirsi. Bisogna solo scegliere il posto giusto per evitare i fastidi con i vicini e con la polizia. Genovese insegna”. L’imprenditore si riferisce alle tante segnalazioni inviate alla polizia dai vicini dell’imprenditore digitale che ora è in carcere con l’accusa di aver stuprato una 18enne durante una delle sue famose feste organizzate il 10 ottobre scorso.

I party di Genovese li conoscevano tutti e si sapeva cosa girava. Ma come lui ci saranno almeno 15 persone a Milano che hanno lo stesso tenore di vita e organizzano eventi di altissimo livello. Figli di papà, discendenti di grandi blasoni e nuovi ricchi, come Genovese appunto”.

Sembra il mondo pre-Covid

Nonostante l’attenzione molto più alta e l’invito da parte degli organizzatori a evitare foto e video, sui social continuano a spuntare filmati di feste private organizzate in club, case e alberghi compiacenti che fingono di non capire o di non vedere. Domenica una ragazza ha postato l’apertura di un party in un locale (o così sembrava) con tanto di postazione dj. “Ma che davvero pensavi che le feste si fermassero per ‘sto casino che è scoppiato con Genovese? Vanno avanti eccome! Certo, non ci sono più 200 persone ma basta una trentina giusta – conferma una ragazza immagine che come quasi tutte le persone intervistate ha chiesto di non essere identificata – Se riesci a finirci dentro ti sembra di essere in un altro mondo, sembra di essere tornati a prima del Covid: senza mascherina, tutti che si abbracciano, si fanno i selfie stretti stretti, droga non ne parliamo proprio”. 

A Terrazza Sentimento per la location e la droga gratis

Sempre lì si finisce, al punto della droga. L’ennesima ragazza sentita, che dopo aver inizialmente negato ha ammesso di aver partecipato diverse volte alle feste di Genovese, ha raccontato che le persone andavano a Terrazza Sentimento per diversi motivi: “Chi cercava la bella location, chi la compagnia giusta, chi la musica, e c’era anche chi andava per la droga gratis. È vero, c’era sempre". Anche questa modella, dopo aver registrato una conversazione si è tirata indietro per non esporsi perché teme che i suoi oltre 170mila follower e i suoi clienti possano voltarle le spalle. "Spesso si cominciava presto ma a una certa ora andavo via perché, non drogandomi, non c’era ragione per restare. Quando vedevo che la serata prendeva una piega che non mi piaceva, semplicemente salutavo e andavo via. Però non posso parlare male di Alberto e neanche di Daniele Leali (indagato con l'accusa di aver fornito la droga per i party, ndr) , mi hanno sempre trattata bene". 

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