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Il caso della città cinese di Huangqiao, la “Cremona dell’Est” che produce più di 1 milione di violini ogni anno

L’industria musicale di Huangqiao, nell’est della Cina, produce da sola più di un milione di violini all’anno. Sui profili social si fa chiamare la “Cremona dell’Est”, anche se la città cinese riesce a coprire più di un terzo del mercato globale.
A cura di Enrico Spaccini
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La produzione di violini della "Cremona dell'Est" (foto da X - Taizhou, City of Health)
La produzione di violini della "Cremona dell'Est" (foto da X – Taizhou, City of Health)

Se Amsterdam è la "Venezia del Nord" per la presenza di numerosi canali, allora Huangqiao è la "Cremona dell'Est". La città cinese, situata nell'estremo oriente del Paese, quasi sulle sponde dell'Oceano Pacifico, ormai da qualche anno è diventata la più grande produttrice di violini del mondo, riuscendo a esportare oltre un milione di strumenti in 98 Paesi diversi. La tessa pagina ufficiale della contea di Taizhou, dove è situata Huangqiao, ormai utilizza l'espressione "Cremona dell'Est" per pubblicizzare la città ai turisti e cercando di avvicinarsi alla cultura musicale del capoluogo lombardo con oltre quattro secoli di ritardo.

La potenza della città di Huangqiao

Come ricostruito dal Global Times in un articolo che raccontava come Huangqiao sia riuscita a diventare la "capitale degli strumenti musicali", il primo violino fabbricato nella città cinese risale al 1971. A produrlo era stato un certo Li Shu, che poco dopo è diventato presidente della Fengling Musical Instruments Co.: la più grande fabbrica di violini in Huangqiao. La potenza di questa industria, in termini quantitativi, è chiara: "Possiamo produrre una grande quantità di violini in breve tempo a un costo minore rispetto al mercato internazionale", aveva assicurato Li Shu.

La città conta in tutto poco più di 200mila abitanti, ma di questi circa 30mila sono impiegati nell'industria musicale. In questo modo, Huangqiao riesce a produrre più di un milione di strumenti, coprendo così il 70 per cento della produzione nazionale cinese e circa il 40 per cento del mercato globale. La maggior parte dei pezzi, infatti, viene venduta all'estero e soprattutto in Europa, Stati Uniti, Medioriente e Sud Africa, garantendo entrate da oltre 145 milioni di dollari all'anno (dati relativi al 2023).

Il confronto con Cremona

La città di Cremona, quella vera lombarda, ha una storia ben più profonda. Era il 1539 quando Andrea Amati aprì la sua prima bottega a pochi passi dalla cattedrale. Da quel momento, con la tradizione portata avanti da Antonio Stradivari nel ‘600, dai Bergonzi e Guarneri, Cremona è diventata punto di riferimento per la cultura liutaria in Italia e nel resto del mondo. Ancora oggi, i violini storici sono considerati beni di lusso e venduti a milioni di euro ciascuno.

Nel 2012, l'arte della liuteria di Cremona è diventata patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco. Ad oggi, la città può contare su 180 botteghe di artigiani che nel 2019 avevano prodotto un fatturato da 8 milioni di euro, di cui 5,5 milioni di export.

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