Il cadavere bruciato trovato dai rapper e la scomparsa del pensionato: due casi, una soluzione
Due casi che probabilmente hanno un'unica soluzione: il caso di Carmine d'Errico, l'uomo di 65 anni scomparso da Cusano Milanino il 30 dicembre scorso, ha visto nella giornata di oggi, giovedì 3 febbraio, una svolta. È stato sottoposto a fermo il figlio 35enne, Lorenzo. Secondo gli inquirenti avrebbe ucciso il padre per poi distruggerne il corpo. A convincere gli investigatori di questa ipotesi sarebbero sia le contraddizioni emerse nei suoi racconti che alcune prove e indizi trovati nell'abitazione che Lorenzo condivideva con il padre.
Il cadavere di Cerro Maggiore
Non solo. A questi elementi si unisce l'esame del Dna effettuato su un corpo trovato a gennaio in un capannone a Cerro Maggiore. Tre rapper, con l'intento di girare un video musicale, hanno trovato il cadavere semi-carbonizzato. Hanno quindi allertato le forze dell'ordine che, una volta arrivate, hanno svolto i rilievi del caso. In un primo momento sono state avanzate numerose ipotesi, tra queste: l'ombra della criminalità. L'esame del Dna ha permesso di scoprire che quel corpo ritrovato apparterebbe a Carmine D'Errico.
Gli appelli in televisione
Il movente sarebbe probabilmente riconducibile a dei dissidi famigliari. Anche durante gli appelli alla trasmissione "Chi l'ha visto?" in onda su Rai Tre, Lorenzo aveva raccontato di avere dei rapporti complicati con il padre tanto da vivere da separati in casa. Aveva poi detto che l'uomo sarebbe uscito per andare a comprare una pizza facendo poi perdere le sue tracce. Il giorno dopo si sarebbe reso conto che il padre era scomparso e avrebbe denunciato l'accaduto. Dal racconto di alcuni vicini e amici, è stato possibile scoprire che Carmine fosse malato e che gli rimanessero solo due/tre mesi di vita.