Il business degli studentati a Milano, i Verdi: “Alloggi come hotel di lusso, servono prezzi sociali”
Ha fatto ampiamente discutere il caso del nuovo studentato costruito nell'area dell'ex scalo di Porta Romana in occasione delle prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026: all'interno dell'edificio che dovrebbe offrire agli studenti tariffe convenzionate con il Comune, il prezzo medio di una stanza si aggira intorno agli 827 euro al mese per 1.698 alloggi complessivi. Cifre che di sociale hanno ben poco, soprattutto se si tiene presente che sul mercato immobiliare cittadino il prezzo medio per una singola nel 2023 è addirittura inferiore, ovvero circa 620 euro mensili.
E se l'attuale amministrazione ha già annunciato l'imminente revisione dell'accordo stipulato con la società costruttrice Coima Sgr S.p.a, la misura potrebbe non bastare. Il Villaggio Olimpico di scalo Romana, del resto, è solo la parte più evidente di un sistema che riguarda tutte le strutture convenzionate cittadine, sulla carta opere di "edilizia residenziale sociale" alla portata dei più svantaggiati.
"Gli studentati di Milano? Di fatto sono solo un business per i privati. Il sistema delle convenzioni studentesche, in teoria un'alleanza tra pubblico e privato per alleviare la tensione abitativa della città, è un sostanziale fallimento per il primo e un buon affare per il secondo", è la denuncia a Fanpage.it dei consiglieri Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara del gruppo Europa Verde- Sala Sindaco. "I prezzi dello studentato al Villaggio Olimpico non sono un'anomalia. Al contrario, la rarità sono i posti letto a prezzi realmente accessibili".
Il costo di una stanza in uno studentato convenzionato
Lo studio condotto dai consiglieri di Palazzo Marino prende in esame le 13 strutture sparse sul territorio cittadino che hanno concluso gli accordi di convenzione con il Comune di Milano negli ultimi 15 anni, tra studentati in attività e realtà ancora non entrate in funzione (Pompeo Leoni, Bocconi Residenza Castiglioni, In – Domus Monneret e In – Domus Internazionale, Aparto Giovenale e Aparto Ripamonti, Stella Bianca, Collegiate Milan North, Durando, Leonina, Manifattura Tabacchi e appunto il Villaggio Olimpico).
Qui i posti letto convenzionati sono circa il 70 per cento del totale e la media delle stanze singole è di 830 euro, considerando i tariffari online per quanto riguarda gli edifici già entrati in funzione e i canoni stabiliti nel piano economico-finanziario (PEF) per quelli non ancora attivi. Valore che non varierebbe granché nemmeno se si escludesse dal conteggio il Villaggio Olimpico, che detiene 602 camere a 995 euro l'una: anche in questo modo il prezzo medio resterebbe comunque salato, e pur sempre superiore a quello imposto dal mercato. E non va certo meglio per le camere doppie, vendute mediamente a più di 600 euro.
Residenze universitarie come hotel di lusso
“È evidente che cifre del genere non siano alla portata di uno studente fuorisede dalle ridotte disponibilità finanziarie", puntano il dito Cucchiara e Gorini. "Non solo le tariffe stabilite nei PEF delle convenzioni superano di molto valori di riferimento regionali, ma dalla stipula della convenzione al giorno d’oggi i prezzi sono lievitati. Per alcune camere sono quasi raddoppiati".
Un tariffario che viene gonfiato dai vari servizi aggiuntivi che le strutture offrono ai propri ospiti come pulizia, cambio biancheria, lavanderia e pasti. E ancora, in alcuni casi, angolo studio, palestra, piscina, cinema e altri plus degni di un hotel di lusso. "Tutti costi che il gestore è libero di aggiungere al prezzo di partenza facendo lievitare il conto finale, senza che allo studente sia data la possibilità di rinunciare a questi servizi accessori e quindi di sgravare dal canone il loro peso. Un'aggiunta che può arrivare addirittura a triplicare il prezzo di partenza della stanza, da 268 euro a 868 euro".
Perché gli studentati sono un business per il privato
Un sistema, è palese, che esclude la maggior parte degli studenti che non hanno la possibilità di rivolgersi al privato. "A trarne vantaggio sono solo i proprietari di queste strutture" Che nel costruire alloggi considerati (solo in teoria) come "edilizia residenziale sociale" ottengono agevolazioni consistenti come finanziamenti pubblici, la riduzione al 50 per cento degli oneri di urbanizzazione, l'abolizione del costo di costruzione, premi volumetrici e il diritto del privato a utilizzare l'immobile come meglio crede allo scadere della concessione. "I costruttori possono anche utilizzare gli studentati per fare ospitalità di tipo alberghiero. Chi perde davvero sono gli studenti e le studentesse che avrebbero diritto ad accedere a questi appartamenti e che invece sono costretti a rivolgersi al libero mercato, a vivere in stanze sempre più piccole a prezzi sempre più alti".
La proposta: "Cambiare le norme sulle convenzioni"
Come fare, insomma? "Non esiste una norma che stabilisca in modo tassativo quali debbano essere i canoni adatti a una struttura convenzionata", propongono i consiglieri di Europa Verde. "È necessario più che mai cambiare la delibera 42/2010 per regolamentare le convenzioni: i canoni di locazione dei posti letto devono essere vincolanti e realmente accessibili, cioè coerenti con il concetto di edilizia residenziale sociale". Ma non solo. "Bisogna modificare il PGT inserendo più vincoli per i costruttori e più trasparenza: nella costruzione di uno studentato ci deve essere una quota di alloggi a canoni sociali, da considerarsi obbligatoria qualora la struttura superi determinate volumetrie".