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Il 37enne fermato con l’accusa di aver violentato una ragazza di 23 anni nega tutto: “Fatemi il test del Dna”

Il 37enne Imad Bourchich era stato fermato con l’accusa di aver violentato una ragazza di 23 anni a Milano. All’udienza di convalida del fermo, ha negato tutto e dato il suo consenso per il test del Dna.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Imad Bourchich, l'uomo fermato domenica sera a Milano con l'accusa di aver stuprato in un parcheggio di piazza Einaudi una ragazza di 23 anni, ha negato tutto. Durante l'udienza di convalida del fermo, davanti alla gip Sara Cipolla ha sostenuto di aver aiutato la 23enne nella ricerca del telefono che le era stato rubato, dicendo di averla riaccompagnata a casa la mattina seguente, negando ogni abuso. Ora in carcere a San Vittore, Bourchich ha dato il suo consenso all'esame del Dna.

La violenza nel parcheggio

La violenza denunciata dalla 23enne sarebbe avvenuta nella notte tra venerdì e sabato 1 aprile. Aveva passato la serata in un locale di corso Como con un amico che, però, aveva ormai perso di vista. Dopo essersi resa conto di non avere più il cellulare, le chiavi di casa e alcuni gioielli, le si è avvicinato Bourchich per aiutarla.

Bourchich è un 37enne marocchino senza fissa dimora, con alle spalle precedenti per rapina e violenza sessuale. In Italia da 15 anni, è regolare dal 2021. Nel 2019, nel Bresciano, aveva aggredito con altri complici un'automobilista rapinandola e palpeggiandola.

I due, camminando, sono arrivati in un parcheggio di piazza Einaudi a circa un chilometro di distanza dal locale. Secondo l'accusa, lì Bourchich l'avrebbe violentata e aggredita per ore.

La decisione del gip

Dopo la denuncia fatta dalla ragazza, il 37enne è stato fermato domenica sera dalla squadra mobile. Lui davanti alla gip ha negato la violenza, sostenendo, anzi, di aver provato ad aiutarla.

La giudice ha, intanto, convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere a San Vittore, come richiesto dalla pm Francesca Gentilini. Il pericolo è sia di reiterazione del reato, considerati i precedenti dell'uomo, sia quello di fuga. Si attende l'esame del Dna per il quale Bourchich ha dato il suo consenso.

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