Il 33enne che ha cercato di comprare l’acido contro la ex: “Quando mi ha lasciato ho perso la testa”
"Stavo cercando di acquistare dell'acido corrosivo solo perché avevo perso le chiavi della catena". Si difende così Federico D., il commercialista romano 33enne oggi arrestato con l'accusa di stalking dai Carabinieri della compagnia Monforte. A far scattare le manette, per lui, un'intercettazione shock che è andata a integrare il fascicolo già aperto dopo la denuncia presentata dalla donna, che lo aveva lasciato prima dell'estate: una telefonata a un colorificio locale per "chiedere informazioni" su un "acido corrosivo forte, da sciogliere pure dei metalli", in un contenitore "dal beccuccio stretto".
"L'acido serviva a quello", le parole del 33enne dopo l'arresto su ordinanza del gip Livio Cristofano, che nega il tentativo di reperire l'acido per aggredire l'ex compagna e sfigurarla per sempre. "Ammetto però il resto. Da quando mi ha lasciato ho perso completamente la testa".
Il resto sono continue minacce, persecuzioni, pedinamenti. E ancora carte di credito violante, intrusioni nei profili social e nell'appartamento della donna mentre era all'estero, devastando il mobilio e sventrando letti e divani con un coltello. Tutto documentato dall'inchiesta coordinata dall'aggiunto di Milano Letizia Mannella e dal pm Giulia Floris.
"Ti ho visto scrivere ad altri ragazzi. Non stai prendendo le giuste decisioni, sbagli tutto", recita il testo di un messaggio inviato alla giovane donna, anch'essa romana residente a Milano. "Sono qui ora che tu sei sola, se ti guardi intorno puoi vedermi". E ancora: "Stai vicino alla persona che ti ama davvero e non a quella che ti vuole solo sc….e, sei sola adesso. Ci vediamo presto, è una promessa".
La giovane, in questi mesi, è stata costretta a cambiare casa, lavoro, giri di amicizie. "Ora non sono neanche più in grado di uscire da sola", ha spiegato lei. "Vivevo da sola a Milano da più di otto anni, ero una persona attiva e dinamica. Adesso ho paura anche solo di fare una passeggiata, sto chiusa a casa dei miei genitori". Una "inquietante strategia di ossessivo controllo e logoramento psicologico", secondo gli inquirenti. "È sempre stato geloso. Mi aveva chiesto addirittura di rinunciare allo sport, per dimostrargli che era più importante dei miei hobby".