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Il 29 giugno lo sfratto delle suore di Vigevano, pronte a dare battaglia: “Non ci muoveremo da qui”

Lo sfratto delle sei suore del monastero di Vigevano è previsto per il 29 giugno, ma loro non ci stanno. “Non ce ne andremo”, ha detto suor Rosalba. Hanno tutto l’appoggio e il supporto dei cittadini e del sindaco.
A cura di Matilde Peretto
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(immagine di repertorio)
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"Noi non ci muoveremo". È la voce di suor Rosalba a parlare a nome di tutte le sorelle che, all'unisono, hanno deciso di non muoversi dalla loro casa, ovvero il Monastero di Vigevano da cui, dal 29 giugno, dovranno andarsene. La decisione è stata presa dalla Madre generale del loro ordine, suor Franca Barbieri, già approvata dalla Diocesi e dal Vescovo di Piacenza. Per motivi economici, di anzianità e di adempimento degli incarichi, le sei suore del convento (alcune di loro ultra ottantenni) saranno sfrattate insieme alle dipendenti che lavorano nel convento, tutte a rischio licenziamento. Ma suor Rosalba e le sue sorelle non hanno fatto le valigie e non hanno intenzione di andarsene.

Le parole di suor Rosalba e la vicinanza dei cittadini di Vigevano

"Noi non ci muoveremo. Le suore non vogliono cambiare, sono anziane e sono in questa casa da 80 anni. Lasciamole in pace. Abbiamo detto di no, non ce ne andremo, ora staremo a vedere". Suor Rosalba è gentile e concisa nella sua riposta data a Fanpage.it, a dimostrazione della determinazione che, dall'inizio di questa vicenda, ha caratterizzato lei e le sue sorelle. Si oppongono allo sfratto imposto dalla Madre generale della congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore di Piacenza di cui fanno parte.

"Dovranno venire a prenderle con la forza", dicono al Corriere della sera i membri dell'Associazione Sursum Corda che a Vigevano gestisce le attività del monastero delle sei suore sfrattate. Al loro fianco ci sono tutti i cittadini della città lombarda, così come il loro sindaco, Andrea Ceffa. Quest'ultimo le aveva provate tutte per far cambiare idea alla Diocesi di Piacenza. Aveva anche inviato una lettera direttamente al Papa per chiedergli di lasciare le sorelle maddalene nella loro casa. Aveva detto: "Mi piacerebbe che potessero passare gli ultimi anni della loro vita (e spero siano tanti) qui in città". A quella lettera, però, era arrivata una risposta asettica che aveva messo in dubbio la reale presa visione dello scritto.

Gli abitanti di Vigevano avevano anche organizzato una raccolta firme per tentare di far restare le sei suore. Eppure, dalla Madre superiore Franca Barbieri non è pervenuta nessuna risposta, così come non ha mai dato motivazioni precise sullo sfratto. "È successo tutto troppo in fretta e senza dare una spiegazione", aveva detto, sempre a Fanpage.it, suor Rosalba.

Lo sfratto imposto dall'ordine di Piacenza: il termine è il 29 giugno

Tutto è partito dalla decisione di suor Franca Barbieri, presa a inizio aprile, di far trasferire le sei suore rimaste a Vigevano. Aveva mandato una lettera alla Diocesi di Piacenza che aveva accettato la sua richiesta. Le suore dovranno lasciare il loro convento, in cui vivono da tanti anni, a partire dal 29 giugno.

Nella lettera, madre Barbieri chiedeva di dismettere il monastero e trasferire le suore altrove sia per motivi economici (legati alle spese alte e all'impossibilità di portare avanti tutto), sia per motivi legati all'età delle suore. Sono considerate troppo anziane e incapaci di portare avanti il la loro missione. Oltre alle sei sorelle, dovranno abbandonare la struttura anche le dipendenti che ci lavorano rischiando, così, di perderlo.

"Io penso che non verrà nessuno", conclude la telefonata suor Rosalba. Le suore non se ne andranno e sperano di non venire "disturbate" ulteriormente. "Staremo a vedere".

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