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Il 28 maggio 1974 la strage neofascista di piazza della Loggia a Brescia: 8 morti e 102 feriti

Alle 10.12 del 28 maggio 1974 a Brescia una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti esplose nella centrale piazza della Loggia mentre era in corso un comizio antifascista. Otto persone morirono, altre 102 rimasero ferite. Per quella strage di matrice neofascista sono stati condannati all’ergastolo Carlo Maria Maggi, ex leader dell’organizzazione Ordine nuovo, e Maurizio Tramonte, ex informatore dei servizi segreti.
A cura di Francesco Loiacono
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La città di Brescia si stringe, oggi 28 maggio, attorno alle otto vittime della strage neofascista di piazza della Loggia. Alle 10.12 del 28 maggio 1974 una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti esplose nella centrale piazza della città mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo di stampo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato antifascista, alla presenza del sindacalista della Cisl Franco Castrezzati, di Adelio Terraroli del Partito comunista Italiano e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. Otto persone morirono: la 34enne Giulietta Banzi Bazoli, la 32enne Livia Bottardi Milani, il 25enne Luigi Pinto, il 37enne Alberto Trebeschi e la 31enne Clementina Calzari Trebeschi, tutti e cinque insegnanti, gli operai Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda, di 56 e 60 anni, e il 69enne pensionato ed ex partigiano Euplo Natali. Altre 102 persone rimasero ferite dallo scoppio dell'ordigno.

Le condanne per la strage

Solo nel giugno del 2017 la Corte di Cassazione ha messo fine alla lunga vicenda giudiziaria per individuare alcuni tra responsabili ed esecutori materiali della strage, che fu progettata ed eseguita dall'organizzazione neofascista Ordine nuovo. Il 20 giugno 2017 la Suprema corte ha confermato le condanne all'ergastolo inflitte nel 2015 nei confronti di Carlo Maria Maggi, ritenuto uno dei mandanti della strage, e Maurizio Tramonte, ritenuto uno degli esecutori materiali della strage. Maggi, ex leader di Ordine nuovo, è deceduto nel 2018 all'età di 84 anni. Tramonte, ex informatore dei servizi segreti conosciuto come "fonte Trifone", è stato estradato dal Portogallo nel dicembre del 2017 e sta scontando la condanna nel carcere di Fossombrone. I loro nomi si aggiungono a quelli degli altri ordinovisti coinvolti nella strage: Carlo Digilio, Ermanno Buzzi e Marcello Soffiati.

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